Estero

L'Fbi conosceva Rahami

20 settembre 2016
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Il nome di Ahmad Rahami, l'uomo arrestato per le bombe a New York e in New Jersey, non era del tutto sconosciuto all'Fbi. Due anni fa Mohammed Rahami, il padre del ragazzo, lo aveva infatti denunciato come "terrorista", innescando un'indagine preliminare da parte degli agenti federali per poi tornare sui suoi passi e ritrattare tutto. Mentre continuano a emergere dettagli sul passato di Ahmad, conosciuto con il soprannome di 'Mad' e descritto come una persona che 'odiava i gay e l'America', le indagini proseguono: Rahami non sta per ora collaborando con le autorità e ancora non gli sarebbero stati letti i suoi diritti.

Gli investigatori continuano a raccogliere informazioni per capire se il movente sia riconducibile alla sua radicalizzazione. I suoi viaggi in Afghanistan e in Pakistan, dove ancora si trova parte della sua numerosa famiglia, destano sospetti, così come alcuni dei bigliettini rinvenuti dopo il suo arresto. Bigliettini che mostrano, secondo gli investigatori, un presunto interesse nelle ideologie estremiste: ci sono infatti riferimenti agli attentati di Boston ma anche all'imam americano-yemenita Anwar al-Awlaki, ucciso da un drone Usa in Yemen il 30 settembre del 2011.

Destano dubbi anche le dichiarazione della mamma della figlia di Rahami, Maria. La ragazza 26enne, in un'intervista a FoxNews, lo dipinge come una persona che odiava i gay e l'America. Senza entrare nel dettaglio della loro relazione, Maria ricorda di aver incontrato Ahmad Rahami al liceo, dove era conosciuto come il 'clown della classe'. Da allora però era cambiato: nei suoi viaggi in Pakistan e Afghanistan "gli hanno fatto il lavaggio del cervello", dice Maria. Da uno di questi viaggi è tornato anche una moglie e un figlio.

E proprio il ruolo della moglie di Rahami è ora all'esame: dal Pakistan Ahmad aveva chiesto il visto per la donna, che avrebbe lasciato gli Stati Uniti pochi giorni prima delle bombe in New Jersey e New York. Le autorità americane starebbero lavorando in queste ore con le controparti pakistane e degli Emirati Arabi per rintracciare la donna.

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