Spettacoli

La morte a Venezia, insieme a Clooney e a un bel film svizzero

3 settembre 2017
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Applausi a Venezia per ‘Sarah joue un loup-garou’ opera prima di Katharina Wyss, film svizzero in concorso alla Settimana della Critica. Si tratta di un film interessante come scelta linguistica e come tema. Al centro, la diciassettenne Sarah, ben interpretata da Sabine Timoteo: sul palco del teatro dà tutta se stessa, a casa è insicura, non sopporta il peso di una famiglia che ha bisogno della perfezione, cerca qualcuno cui dare affetto e confidenza, cerca inutilmente di non arrivare a un suicidio che sente come passo conclusivo vicinissimo. Un film che con sincerità scava in un mondo giovanile in cerca di realtà e stanco di illusioni virtuali.

In Concorso sono state due belle giornate , con film di genere – ‘Suburbicon’ di George Clooney e ‘The Leisure Seeker’ di Paolo Virzì – e due film più potenti come ‘La Villa’ di Robert Guédiguian e ‘Foxtrot’ dell’israeliano Samuel Maoz. ‘Suburbicon’ è un film scritto dai fratelli Coen, e la vicinanza con il loro ‘Fargo’ è chiara. Il titolo si riferisce a una cittadina dove solo i bianchi posso abitare e la cui quotidiana tranquillità viene stravolta dall’arrivo di una famiglia di buona borghesia ma di neri. Protagonista è Gardner Lodge (un intenso Matt Damon) un padre di famiglia dal doppio volto: imprenditore in camicia bianca e occhiali di tartaruga, e criminale duro, amabile e amatoriale.

'La Villa’ e ‘The Leisure Seeker’ sono accomunati dal tema del suicidio di coppie anziane, determinato poi dallo stesso motivo, non creare problemi ai figli per cure o aiuti economici. Il Leisure Seeker del titolo di Virzì è un modello cult di caravan che una coppia di anziani, lei (una bravissima Helen Mirren) malata terminale di cancro allo stomaco, lui (un commovente Donald Sutherland) affetto da Alzheimer, usano per intraprendere l’ultimo viaggio insieme. Su un altro livello cinematograficamente superiore si situa Guédiguian, il regista marsigliese ci conduce in un piccolo villaggio stretto dalla forte crisi economica nel quale si muovono i personaggi diquesta stupenda commedia: un microcosmo che rappresenta bene la tortuosità del nostro vivere quotidiano.
Altri sono i temi dell’israeliano ‘Foxtrot’ di Samuel Maoz, un film sul dolore di essere genitori, sulla violenza inaudita dei soldati israeliani sui civili palestinesi, sul rapporto tra Stato e mondo civile. Il regista è spietato nel suo raccontare un mondo, quello israeliano, che vive in una caserma portandone chiare le conseguenze.

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