Economia

La Bns lascia la politica monetaria accomodante

La parità per ora si allontana
(©Ti-Press/Carlo Reguzzi)
17 settembre 2015
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La Banca nazionale svizzera (Bns) lascia invariata la sua politica monetaria: l’istituto d’emissione mantiene fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento. Vengono anche confermati gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso la l'istituto centrale e le previsioni di crescita dell’economia (+1% nel 2015). L’orientamento comunicato oggi è perfettamente in linea con le previsioni degli analisti, che non si attendevano cambiamenti.

Nel comunicato diramato puntualmente alle 9.30 la Bns conferma peraltro che rimarrà "se necessario" attiva sul mercato delle divise, per tenere conto dell’influsso delle situazione dei cambi sull’inflazione e sullo sviluppo economico. "Nonostante un leggero indebolimento nel suo complesso il franco rimane ancora chiaramente sopravvalutato", scrive la banca. Gli interessi negativi e la disponibilità della banca a effettuare interventi sul mercato rendono meno attrattivi gli investimenti in franchi, diminuendo la pressione sulla moneta, ricorda l’istituto.

Le previsioni sull’inflazione non mutano sostanzialmente rispetto all’ultima valutazione trimestrale, lo scorso giugno, anche se nel breve termine tengono conto del calo del prezzo del petrolio. Il rincaro è atteso al -1,2% per quest’anno (-0,2 punti rispetto a tre mesi fa), al -0,5% nel 2016 (-0,1 punti) e al +0,4% nel 2017 (+0,1 punti).

Nel secondo trimestre la congiuntura mondiale si è sviluppata in linea con le previsioni della Bns: rispetto ai primi tre mesi i paesi industrializzati hanno accelerato, soprattutto grazie agli Usa. Nell’Eurozona è proseguita una ripresa moderata, favorita anche dai cambi. A livello internazionale la crescita non ha però fondamenta ampie, cosa che è testimoniata fra l’altro dalla scarsa dinamica del commercio mondiale e dal basso prezzo delle materie prime.

Non mancano peraltro i rischi, a cominciare da quelli relativi alla congiuntura in Cina. Nelle stesso tempo grazie all’accordo sulla Grecia sono al momento rientrati i timori riguardo a un acuirsi della crisi del debito degli stati.

In Svizzera nel primo semestre l’economia è risultata stagnante. Nell’industria l’occupazione è ulteriormente diminuita. Per molte aziende la situazione è difficile: anche se è stato possibile mantenere il volume di produzione i margini si sono ridotti, ciò che costringe le imprese ad adottare misure per aumentare l’efficienza e ridurre i costi.

Il franco si è rafforzato su euro e dollaro

Il franco si è leggermente rafforzato rispetto all’euro e al dollaro dopo la decisione odierna della Banca nazionale svizzera di mantenere invariata la sua politica monetaria. Dopo le 09.30, momento della comunicazione dell’istituto, il corso euro/franco è sceso a circa 1,0950 dal precedente 1,0975. Lo stesso fenomeno è stato registrato dal cambio dollaro/franco, passato da 0,9710 a 0,9670.

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