Svizzera

Jihadisti svizzeri: 'Rischiamo meno di altri'

17 ottobre 2014
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«Indubbiamente la situazione di alcuni Stati vicini, come la Germania e la Francia, ma aggiungerei, più a nord, il Belgio e l’Olanda, è molto diversa e soprattutto più a rischio della nostra. Quei Paesi hanno a che fare con vere e proprie società parallele con un alto grado di emarginazione e ciò è anche la conseguenza del passato, perché questi Paesi hanno avuto un ruolo nell’epoca coloniale che la Svizzera non ha vissuto. Pertanto il rischio di una deriva terroristica sul loro territorio è molto maggiore rispetto a quello che potrebbe presentarsi in Svizzera» dice l’ex divisionario Peter Regli, già capo del Servizio informazioni dell’esercito (Sic) e specialista di questioni strategiche, commentando le notizie secondo le quali negli ultimi dieci-dodici anni, con una recrudescenza nella prima metà del 2014, almeno 55 persone residenti nel nostro Paese avrebbero lasciato la Svizzera per recarsi al fronte, principalmente in Siria e in Iraq, per combattere in nome dello Stato islamico ed, eventualmente, morire per Allah. «Quelle fornite dal Servizio informazioni sono solo stime. Ma...

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