Economia

Italia, tutti assolti nel processo per i rating

30 marzo 2017
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Declassando di due gradini l’Italia (da A a BBB+), il 13 gennaio 2012, l’agenzia di rating S&P non manipolò il mercato e non lo fece neppure con i tre report negativi sulla manovra finanziaria e sul debito sovrano emessi da maggio a luglio 2011: lo ha deciso il Tribunale di Trani che ha assolto quattro analisti e l’ex presidente mondiale di Standard & Poor’s, Deven Sharma. Assolto anche un analista di Fitch, David Willmonth-Riley, accusato dello stesso reato, ma solo per aver anticipato in due occasioni la decisione del doppio declassamento del rating italiano, pubblicato dall’agenzia il 27 gennaio 2012.

Il Tribunale, dopo tre ore di camera di consiglio, ha così demolito il castello accusatorio costruito dal pm . Poi, al termine della lettura delle sentenze, ha ammesso sconfortato: "C’è un po’ di amarezza, ma l’assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare, tutto quello che si poteva dire, sostenere, l’abbiamo fatto, detto e sostenuto con grande orgoglio".

"Questa – ha detto il pm a chi gli chiedeva se farà appello – è una battaglia che abbiamo cercato di fare per ripristinare un po’ di trasparenza e di verità. Confidiamo però nel lavoro della magistratura e rispettiamo le sentenze dei giudici: leggeremo le motivazioni, poi valuteremo".

Il verdetto di assoluzione dei quattro analisti di S&P – Yann Le Pallec, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer – per il doppio declassamento dell’Italia è stato però pronunciato con la formula dubitativa ’perché il fatto non costituisce reato’. Ciò – secondo fonti inquirenti – significa che i giudici hanno escluso che gli imputati abbiamo agito con dolo, ma non hanno escluso la colpa. Questo, è il ragionamento degli inquirenti, apre la strada ad eventuali richieste di risarcimento in sede civile da parte delle persone offese, compresi Mef, Bankitalia, Consob (che non si sono costituiti parte civile al processo), alle associazioni dei consumatori e agli stessi risparmiatori.

Proprio le associazioni dei consumatori, oltre al pm, sono le grandi sconfitte del processo. Lo si intuiva guardando i volti di Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori), presenti in aula al momento delle sentenze. Per le altre contestazioni l’assoluzione degli imputati è stata deciso con la formula più ampia, compreso l’illecito amministrativo contestato a S&P, per la quale l’accusa aveva chiesto una multa di 4,6 milioni.

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