Svizzera

Il parlamento e il governo retico chiedono scusa ai nomadi “Jenisch” 

26 novembre 2015
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Un’interpellanza per far luce sull’increscioso evento

Chiusi mercoledì in serata i lavori, ancora giungono echi dal Gran Consiglio retico. Ci riferiamo all’interpellanza concernente uno studio del Dipartimento federale dell'interno sull’Opera d’assistenza per i bambini della strada. Come fa notare Trepp, l’Opera di assistenza, che era responsabile dei bambini allontanati dal nucleo familiare e che in genere coinvolgeva la popolazione nomade ‘Jenisch’, ricevette per le sue funzioni sostegni finanziari dalla Pro Juventute, da varie donazioni, come pure da comuni, cantoni e Confederazione, Secondo dati messi a disposizione da Pro Juventute, il numero di bambini allontanati tra il 1926 e il 1973 ammontava a 619 di cui il 43.7 percento aveva diritto di cittadinanza nei Grigioni. La vigilanza sull’operato di tale istituto era scarsa se non inesistente. Ne risulta che grande pare dei bambini tolti ai genitori vennero sottoposti a perizie psichiatriche e poi internati in cliniche psichiatriche. È sconvolgente leggere, che con naturalezza, usavano lessico fortemente caratterizzato da argomentazioni razziste ed eugeniche sviluppate dai precursori dell’ideologia nazionalsocialista. Ne risulta che l’Opera d’assistenza ha arrecato un grosso torto a questi bambini attraverso pesanti umiliazioni e discriminazioni psichiche e anche fisiche. Al fine di far maggior chiarezza, si è chiesto al governo che si faccia luce sull’operato di tale Opera. Il governo si è detto al corrente dell’ingiustizia subita dalla popolazione Jenisch’ e ne deplora la sofferenza inflitta. Si è quindi detto pronto ad esaminare quanto accaduto. Inoltre invita tutti i membri della nostra società a prestare attenzione a tutte le forme di discriminazione. Lo stesso Presidente della Confederazione Egli il 3 giugno 1986 si era pubblicamente scusato davanti al Consiglio nazionale nei confronti degli interessati.

ALLEGATI
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