Culture

I Litfiba nel paese di Eutòpia

Piero Pelù
(Davide Agosta)
11 novembre 2016
|

«Eutòpia è un bel luogo, per chi non si arrende mai. Un luogo che non è solo immaginario, ma che esiste davvero per chi ci crede e per chi continua a lottare e cercarlo». Piero Pelù presenta così Eutòpia, il nuovo disco di inediti dei Litfiba, uscito ieri a quattro anni di distanza da Grande Nazione.

Eutòpia - secondo il punto di vista della band capitanata da Pelù e Ghigo Renzulli - è la chiesa sconsacrata di Firenze nella quale hanno riunito i giornalisti per la presentazione ufficiale e che fa parte di un complesso che ospita bambini con famiglie problematiche, è un giardino poco distante salvato dalla speculazione o la costruzione bloccata di un inceneritore nella piana fiorentina. Eutòpia sono le democrazie scandinave o l'ex presidente dell'Uruguay Pepe Mujica.

«Il titolo è il manifesto di un benessere possibile - spiega Pelù -, ma sintetizza anche tutta la nostra storia musicale e si riconosce sempre il marchio Litfiba. C'è rock nudo, allo stato brado, ma anche atmosfere psichedeliche e dark, e qualche ballata». Con un ritorno in qualche modo alle origini, alla ricerca dell'armonia di quegli anni Ottanta che li hanno visti nascere e crescere.

Nel disco che evoca un mondo migliore, ci sono però riferimenti continui a quello, difficile, in cui viviamo. E così “In nome di Dio” è dedicato alle vittime del Bataclan, “Maria Coraggio” alla testimone di giustizia Lea Garofalo e a sua figlia Denise, “Intossicato” all'inceneritore bloccato a Firenze e alla Terra dei Fuochi.

«Non c'è bisogno di essere 'trumpizzati' per vincere nella musica. Ci sono cazzotti nello stomaco nell'album, ma anche tanta riflessione che si adatta ormai alla maturità che abbiamo raggiunto», spiegano i due. E Pelù ci mette dentro anche l'esperienza di The Voice: «Quello che ho trasmesso ai ragazzi, l'ho riscoperto anche per me, ed è stata un'esperienza molto importante».

Il video del primo singolo estratto dal disco, “L'Impossibile”, è stato girato nel piazzale esterno della Stazione Leopolda di Firenze: «Ci stiamo riappropriando dei nostri spazi, che ultimamente sono stati occupati da altri» e il riferimento, neanche troppo polemico rispetto al solito graffio di Pelù, è al premier Matteo Renzi. «È triste che un luogo con una storia lunga e importante sia ormai ridotto a vetrina per il Pd».

Da marzo la band sarà in tour: «Quattro date, ma la nostra idea è di farne molte di più. I nostri fan comunque devono stare tranquilli: non abbiamo intenzione di fare cose strane coi biglietti. Non ci sono mai stati e non ci saranno mai giochi sporchi», assicura il cantante dopo la bufera del secondary ticketing.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔