Commento

Furbi o poveracci sulla lista nera

22 ottobre 2014
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Poco più di 1’400 ticinesi sono sulla lista nera dei morosi, senza copertura di cassa malati: per il Cantone potrebbero pagare i premi, ma non lo fanno. Dubitiamo sia sempre così. E spieghiamo perché. Il sistema funziona così: le casse malati segnalano all’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) chi ha premi scoperti e in esecuzione. A fine 2013 erano 8’700 (sono dati cumulativi). Di questi, 2’100 sono tutelati dal Cantone e non sospesi (beneficiari Pc, persone in assistenza, minorenni). Per tutti gli altri, il Comune di residenza segnala al Cantone: chi va aiutato, perché non può pagare i premi e chi va invece sulla lista nera, perché può pagare, ma non lo fa. Insomma chi fa il furbetto.

Non sempre questo filtro funziona: infatti una buona fetta dei morosi convocati dal Comune non si presenta. E dopo il secondo richiamo a vuoto, finisce d’ufficio sulla lista nera senza verifiche approfondite. Così spiegano alcuni Comuni in un nostro servizio giornalistico (pubblicato lunedì), che non vuole essere esaustivo, ma evidenzia una falla nelle verifiche. In definitiva, non sappiamo con certezza chi finisce sulla lista nera. Sono davvero benestanti che non vogliono pagare l’assicurazione, come sostiene il Cantone? Quindi ‘masochisti’ pronti a subire una procedura di incasso forzato, pronti a farsi pignorare il salario e altro. Oppure sono persone già super indebitate, incapaci di gestire l’amministrazione corrente, che a furia di accumulare fatture non pagate diventano impermeabili a qualsiasi richiamo? Quindi persone in difficoltà. Escludendole dal sistema sanitario, le spingiamo sempre più sott’acqua: quando annegano, il Cantone dovrà mantenerli per forza.

Il parlamento ticinese dovrà confermare o meno la rotta. E valutare se mezzo milione di franchi spesi in verifiche sono investiti davvero bene e riducono i ‘furbi’. Ricordiamo, che la lista nera c’è in 8 Cantoni: in Ticino dal 2012, quando Berna ha abolito la sospensione automatica dei morosi dalla copertura assicurativa, obbligando i Cantoni a versare alle casse malati l’85% dei debiti accumulati dagli insolventi con attestati di carenza beni. Chi sono gli assicurati sospesi, lo evidenziava già uno studio della Supsi nel 2009: «Non si tratta di irresponsabili che agiscono alla leggera, senza pensare alle conseguenze, bensì di persone che non hanno le risorse materiali per onorare il contratto assicurativo». Si parlava di ristrettezze, di precarietà… anche temporanee di alcune fasce di popolazione (un assicurato su sette, ad esempio, era maschio e divorziato), ma anche di persone vicine ai valori soglia d’intervento fissati dalla legge.

Ora un nuovo studio Supsi è in corso per valutare l’efficacia della lista nera mettendo sul piatto della bilancia i costi amministrativi generati (450mila franchi) e gli importi recuperati grazie all’effetto dissuasivo. Andrebbero valutati anche altri aspetti: se un moroso si ammala, lo lasciamo soffrire finché si aggrava al punto da trasformarsi in urgenza, così può finalmente curarsi? (Infatti solo l’urgenza è coperta dalle casse malati). Oltre che disumano, rischia di essere anche più costoso.

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