Culture

Da oggi a ‘Jenny’ è ‘VascoNonStop’

Vasco
12 novembre 2016
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La malinconia, l’ironia, la forza e la voglia, sempre, di fuggire verso un luogo, una vita diversi, al ritmo di una ballata che insegna ad essere liberi e che «costa soltanto qualche rimpianto». Sono gli ingredienti di 40 anni di musica di Vasco Rossi (quella venuta meglio), che tornano nei 4 inediti che aprono la sua prima antologia, ‘VascoNonStop’, 69 canzoni in ordine cronologico dall’ultima alla prima: da ‘Un mondo migliore’ a ‘Jenny’.

L’ultima, appunto ‘Un mondo migliore’ (testo e musica suoi), sembra dedicata a Leonard Cohen, quando recita: “Non è facile pensare di andar via e portarsi via la malinconia”. Ma quella di Vasco, dolce, sognante, ballata, non lascia senza futuro: “Sì / tutto è possibile / perfino credere / che possa esistere / un mondo migliore”. «È una canzone di speranza: noi dobbiamo per forza credere in un mondo migliore, noi vogliamo crederci, non ci rinunciamo e vogliamo anche costruircelo – spiega il Blasco –. Lo spunto mi è venuto con la malinconia che mi è scesa addosso una sera, prima di partire per Los Angeles. Non ne avevo più voglia improvvisamente. Come al solito il dualismo che non mi dà pace: da una parte la voglia di muovermi, l’ignoto m’incuriosisce e mi sfida, contrapposta a quel dannato bisogno delle abitudini di tutta una stagione. Ma quella noia da cui devo fuggire è sempre lì, ce l’ho dentro e non c’è niente da fare».

Lo spirito giocoso, ironico, amaro ma neanche troppo, torna nel ritmo sostenuto di ‘Come nelle favole’, pezzo dal tono leggero, allegro, dove la quotidianità è sogno. «Avere dei bambini, come nelle favole, il perfetto quadretto della coppia che sogna di vivere insieme per tutta la vita…Come nelle favole, appunto. Noi sappiamo poi come va a finire, ma non vogliamo rovinare i sogni a nessuno». Solo che a volte si rovinano da soli, come in ‘L’amore ai tempi del cellulare’, pezzo più acido, con la chitarra che fa da sottofondo ad una storia difficile: «Non sopporto questo maledetto aggeggio, che mi trova sempre ovunque sono».

Infine, il quarto brano, ‘Più in alto che c’è’: «Forse non tutti sanno che Dodi ha suonato la chitarra in ‘Una canzone per te’. Un grande chitarrista, oltre a essere un Pooh, e allora mi chiese di scrivergli una canzone per un album solista. Io gliel’ho scritta molto volentieri... Ma già mentre gliela consegnavo, sapevo che prima o poi l’avrei voluta cantare anche io». Momenti di vita, in un album disponibile in tre versioni.

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