L'editoriale

Charlotte e Francesca

6 maggio 2015
|

La Rete è quasi impazzita (si fa per dire) commentando due immagini di due neonate. Charlotte Elizabeth Diana e Francesca Marina. La prima, di sangue reale, secondogenita di William e Kate duchi di Cambridge, accolta con i consueti colpi di cannone. La seconda, portata in salvo da una nave della marina militare italiana, approdata a Pozzallo (Ragusa) con quasi altri mille migranti soccorsi nel Canale di Sicilia fra Lampedusa e il Nord Africa. Garantito, di Charlotte Elizabeth Diana se ne parlerà per i prossimi 80 anni: il primo sorriso, i primi passi nella tenuta di campagna della famiglia, scuola, diplomi, primi amori, matrimonio e via dicendo, con l’album della sua vita e dei suoi illustri famigliari confezionato passo passo da giornali di gossip, fotografi, reporter ecc. Di Francesca, una volta dimessa dall’ospedale e dopo un periodo di quarantena, visto che sul suo barcone c’erano anche tante persone infettate dalla scabbia e da altre malattie contagiose, si perderanno probabilmente le tracce e la ribalta spegnerà le sue luci. Ignare di ogni differenza, oggi entrambe dormicchiano beatamente. Guardatele online: sono tenere come lo è ogni bebè! Chissà se un giorno però qualcuno aprirà gli occhi della dolce Charlotte sul mondo oltre i palazzi e i castelli, permettendole di condividere almeno parte dei suoi immensi privilegi con chi non ne ha alcuno, spesso nemmeno quello di un pasto al giorno? E chissà se, chi è nata povera e ha dovuto scappare dal suo Paese nella pancia di sua madre, riuscirà comunque a giocare le carte buone in una vita che fin dal primissimo vagito per lei appare molto, ma molto in salita e per finire chissà se riuscirà anche a ribaltare la partita? Pensiamoci un attimo: le fotografie dei loro teneri visi sono anche le fotografie di due mondi: Charlotte, è l’erede di un regno sempre più vecchio, come lo è anche il nostro continente; l’altra, Francesca, rappresenta – volenti o nolenti – il futuro. Il futuro di chi, vivendo in condizioni disumane nel continente africano, oggi decide di dirigersi verso le coste della vecchia Europa in cerca di miglior fortuna. Gratta e vinci, imbarcati e vedi. Prendendo al balzo l’occasione di Expo, che ha come motto di fondo ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’ ecco che le due neonate ci sembrano perfetti emblemi delle due facce della medaglia: la piccola principessina britannica quella di Paesi che si nutrono senza problemi, anzi i cui abitanti sono pronti anche a sprecare cibo, a fare diete, a passare ore e ore a fare jogging e ginnastica per tenere lontane la ciccia e le malattie della modernità; Francesca quella di Paesi che soffrono la fame e chiedono che anche la loro parte di pianeta possa non solo nutrirsi, ma anche vivere dignitosamente. Una parte di pianeta che, non riuscendo a farlo nella sua terra, oggi si avventura oltre il Mediterraneo, sfidando sorte e morte. Se Expo, in uno dei suoi tanti padiglioni, esponesse semplicemente le due foto delle neonate darebbe sì l’occasione di avviare una riflessione sugli appetiti del mondo e sui suoi squilibri (su cui campano anche certe multinazionali irresponsabili, cfr. pagina 6). Tranquilli, a Milano nessuno lo farà mai. Ma tranquilli non troppo, perché i barconi, anche al costo di migliaia di vite umane finite su fondali del Mediterraneo, sono lì a dirci che con loro, con altre Francesche, dovremo fare sempre di più i conti. Economici e soprattutto etici.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔