Locarnese

'C'è voglia di montagna'

Cartoline da Bremerhaven (Germania)
18 agosto 2017
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«Se non fosse per il gps che Gionata ha in testa, potrei anche perdermi, tra queste pianure», dice Giovanni dall’altra parte del filo. Gli amici-studenti-ciclisti di Gordola ci parlano da Bremerhaven, Germania, dopo essersi lasciati alle spalle Norvegia e Danimarca. La tabella di marcia è rispettata, così come il proverbio “chi nasce tondo non può morire quadrato”: la voglia di montagna, habitat naturale dei due, sta lentamente facendosi strada come la più brasiliana delle saudade. «Siamo in un momento nel quale il percorso è piatto, davvero non vediamo l’ora di salire. Abbiamo lasciato una terra bella e selvaggia, però, man mano vai verso sud, senti voglia di casa», dice Gionata.

Il vento è uno dei principali avversari di un’impresa di questo tipo: «Doppio sforzo, fisico e psicologico, non proprio appagante» sottolinea Giovanni. L’altro ostacolo, per chi pedala alla media di 150 km al giorno, è il recupero tra una tappa e l’altra. Sempre Giovanni: «I postumi del giorno prima si sentono, soprattutto dopo tappe di 200 km. Beviamo tanto, l’idratazione è fondamentale, le creme per proteggerci dal sole le abbiamo con noi, cerchiamo di andare a dormire presto, abbiamo aumentato le sessioni di stretching, stiamo attenti alla digestione».

I due giovani sono in perfetto orario. Anzi, se il progetto terminasse oggi, sarebbero a Gordola con 2 giorni di anticipo. Il morale è alto, si corre anche per raccogliere fondi da destinare ai bimbi di Katmandu: su www.laregione.ch/a/cartoline si possono trovare la descrizione del progetto e i riferimenti per le donazioni alla Ong Kam for Sud, oltre al tragitto dei due ciclisti, consultabile in tempo reale grazie al gps installato sulle biciclette. Le condizioni meteorologiche «per fortuna sono state dalla nostra parte», aggiunge Gionata, che per un attimo ci parla di casa: «Mio padre segue i miei spostamenti online, una modalità che ormai per lui è diventata routine». Non potrebbe essere diversamente, vista la caratteristica di giramondo di Gionata, che – poco prima di infilarsi in questa Bergen–Gordola di 2.700 km – aveva fatto una capatina in Mongolia.

«La traccia che lasciamo aiuta chi sta a casa a farsi un’idea delle distanze – aggiunge Giovanni – perché soltando stando qui capisci quanto sei realmente lontano». Così, si finisce per parlare di emozioni, e Soldati glissa («le conserviamo per dopo...»); chiediamo quanto mancherà loro il nord Europa, e Graber ironizza («pensando che dopo l’arrivo mi aspetta il lavoro, potrei dire tantissimo»). Ma è da una riflessione di Gionata che traspare la sintonia che lega i due amici: «Correre da solo sarebbe più dura, l’unica voce che mi risponderebbe sarebbe quella del vento».

 

Un franco per ogni chilometro


Corre parallelamente il progetto di devolvere a Kam for Sud (www.kamforsud.org, Ong con sede a Locarno) almeno un franco per ogni chilometro percorso. La somma sarà interamente girata al Centro Rodec di Katmandu, che si occupa dei bimbi di strada della capitale del Nepal. Si vuole regalare ai bambini una settimana di trekking nella natura, lontano dalla dura quotidianità del posto. In cambio, i bimbi di Katmandu spediranno una cartolina dalla loro città, una per ognuno dei vecchi e nuovi benefattori che faranno pervenire la loro offerta sul conto di Kam for Sud.

Questi i dati per contribuire:

Associazione Kam for Sud
Banca dello Stato del Cantone Ticino
CH-6501 Bellinzona (Svizzera)
Conto Nr. 3582660001000001
IBAN: CH83007643582660C000C
CCP della banca: 65-433-5

Specificare nella causale "Trekking bambini"

Contatto:
Kam For Sud bazaar
via F. Rusca 2
CH-6600 Locarno - Svizzera
Tel +41-91-2200364

info@kamforsud.org / www.kamforsud.org

 

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