Estero

Blue Whale, intercettato un presunto caso a Udine

26 maggio 2017
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Udine (Ansa) - La Procura di Udine ha aperto un fascicolo per "istigazione al suicidio a carico di ignoti" per un sospetto caso di Blue Whale, la sfida delle 50 prove in 50 giorni che istigherebbe gli adolescenti fino al suicidio. La vicenda coinvolgerebbe una ragazzina friulana. Lo si apprende dal Procuratore di Udine, Antonio De Nicolo. Stando agli elementi emersi finora, la minore coinvolta sarebbe ancora nella fase iniziale della sfida, che comincia con la sveglia alle 4 del mattino e la visione di film horror per arrivare fino al suicidio gettandosi dal palazzo più alto della città, dopo le ferite autoinferte con un temperino per tatuarsi una balena sul braccio, da cui il nome di Blue Whale.

L'allarme è stato lanciato dai genitori

La ragazzina vive in provincia di Udine e ha 13 anni. I genitori hanno notato un tatuaggio, simile a quello del Blue Whale, sul braccio della figlia e hanno capito di cosa si trattava. Si sono così subito rivolti alla Questura del capoluogo friulano, che ha fatto immediatamente partire le indagini, affidandole alla Polizia Postale. Gli investigatori – stando a quanto si è riusciti a sapere – hanno "preso in carico" il cellulare della ragazzina per ricostruire quello che stava avvenendo, verificare se veramente si tratta di un caso di Blue Whale e, quindi, risalire ai presunti istigatori. “La collega pubblico ministero di turno - ha riferito De Nicolo, interpellato dall'Ansa – ha ricevuto oggi una telefonata dalla polizia giudiziaria che le ha segnalato un caso, l'unico che abbiamo”. “Procederemo con la massima determinazione possibile per identificare i canali con cui sono arrivati i messaggi delle sfide”, ha aggiunto De Nicolo precisando di essere in attesa di ricevere la prima informativa scritta da parte della Polizia Giudiziaria. "L'aspetto più importante è che una simile vicenda impone a tutti, famiglie, scuola, associazioni sportivi e chi si occupa di minori, di agire in via preventiva", ha concluso il Procuratore. Le indagini sono svolte dalla Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia, la cui dirigente, Alessandra Belardini, ha riferito che ci sono anche altre segnalazioni. "Ci sono tanti allarmi e diversi genitori vengono a confrontarsi. Alcune cose sono ingigantite, altre vanno approfondite", ha detto Belardini.

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