Infortuni mai realmente verificatisi, rimborsi per abbonamenti in palestra mai sottoscritti, prestazioni di aiuto domiciliare, trattamenti dentistici in realtà mai ricevuti, falsi sinistri (come aver ad esempio fatto cadere una spazzola che aveva rotto il lavabo o ancora un fulmine che aveva causato danni a una stampante, un telefono portatile e un computer), senza dimenticare le richieste per l’ottenimento di finanziamenti a favore di terze persone allegando falsa documentazione. È una lunga lista quella presente nell’atto d’accusa redatto dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti nei confronti di una 50enne italiana residente nel Mendrisiotto che, tra il 2009 e il 2013 è riuscita nell’intento di truffare funzionari delle assicurazioni complementari delle casse malati,...