Estero

Amnesty: Crimini di guerra palestinesi nel conflitto di Gaza

25 marzo 2015
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Londra – Gli attachi dei gruppi armati palestinesi con razzi e mortai contro civili israeliani nel corso del conflitto della scorsa estate a Gaza, furono crimini di guerra. Lo afferma Amnesty International nel rapporto “Unlawful and deadly: Rocket and mortar attacks by Palestinian armed groups during the 2014 Gaza/Israel conflict”.
Il documento cita a conferma della denuncia le uccisioni di sei civili in Israele, fra cui un bambino di quattro anni colpito nella propria abitazione nel Neghev, e attribuisce al malfunzionamento di un razzo palestinese i 13 morti provocati il 28 luglio 2014 da una esplosione nel campo profughi palestinese di Shati (Gaza). Undici delle vittime erano bambini.
I crimini attribuibili ai gruppi palestinesi, aggiunge comunque il rapporto, non assolvono quelli delle forze israeliane. “Alcuni degli attacchi israeliani devono pure essere indagati come crimini di guerra”, afferma il testo, precisando che nel conflitto sono rimasti uccisi almeno 1.585 palestinesi, fra cui 530 minorenni. 16 mila alloggi sono stati distrutti o resi non abitabili.
La responsabilità delle milizie nella conduzione del conflitto è però chiara, secondo Amnesty: “I gruppi armati palestinesi, incluso il braccio armato di Hamas, hanno lanciato ripetutamente attacchi illegali durante il conflitto. Hanno mostrato un'incuranza totale verso il diritto umanitario internazionale e per le conseguenze sui civili delle loro violazioni, in Israele e nella striscia di Gaza”.

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