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Report d’acqua dolce!

Stanno scomparendo i pesci dai fiumi

Paesaggio di fiume in Alaska
(© Chris Linder / WWF-US )
7 settembre 2020
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Il WWF ha pubblicato di recente uno studio sulla situazione delle specie ittiche migratorie d’acqua dolce in Europa e nel mondo. E purtroppo non ci sono buone notizie: con l’aumento della produzio-ne di energia idroelettrica, la pesca eccessiva, la cri-si climatica e l’inquinamento, le popolazioni di spe-cie ittiche d’acqua dolce migratorie sono crollate in media del 76% a livello globale (dal 1970 a oggi), mentre in Europa la situazione è ancora più critica con un crollo del 93%. I pesci che migrano all’inter-no di acque dolci (potamodroma) sono diminuiti di più rispetto ai pesci che invece migrano tra ac-que salate e acque dolci (diadroma): -83% rispetto a -73%. Il degrado, l’alterazione e la perdita dell’habi-tat costituiscono la metà delle minacce per i pesci migratori, mentre la sovrapesca rappresenta circa un terzo delle perdite. Secondo gli esperti non vi sono dubbi: in Europa il declino delle specie ittiche migratorie d’acqua dolce è il peggiore del piane-ta. Al report hanno lavorato non solo il WWF, ma anche World Fish Migration Foundation (Wfmf), della Zoological Society of London (Zsl), dell’Inter-national Union for Conservation of Nature (Iucn) e del The Nature Conservancy (Tnc) e si tratta del primo rapporto globale del suo genere.

Fiumi e laghi al collasso

I pesci migratori, come il salmone, la trota e il pesce gatto dell’Amazzonia, sono di vitale impor-tanza sia per gli ecosistemi in cui vivono, sia per miliardi di persone in tutto il mondo. Svolgono inoltre anche un ruolo essenziale, nel mantenere sani i nostri fiumi, laghi e zone umide, sostenen-do una complessa rete alimentare. Le loro popo-lazioni sono ora minacciate a causa dell’impatto dell’uomo; è necessaria dunque un’azione urgente per fermare e poi invertire l’allarmante declino. “Il declino globale delle specie ittiche d’acqua dolce non viene preso abbastanza in considerazione dagli organismi politici”, spiega William Darwall, capo dell’unità per la biodiversità d’acqua dolce del programma globale per le specie dell’Iucn. Il crollo delle popolazioni di pesci migratori d’ac-qua dolce è accellerato tantissimo in Europa, a tal punto da essere considerato uno dei più gravi nel mondo. A livello regionale le considerazioni degli esperti sono ovunque uguali: in tutta Europa il 60% dei fiumi, dei laghi, delle zone umide e dei corsi d’acqua non è attualmente sano. La qualità dell’ac-qua è a rischio, così come la disponibilità. Tante le specie a rischio: pesci d’acqua dolce (migratori e non), uccelli, mammiferi, anfibi. L’enorme numero di dighe e barriere in Europa - molte a scopo idro-elettrico, ma anche per la difesa dalle inondazioni, l’irrigazione e la navigazione - è una delle ragioni principali. L’anno scorso il WWF ha presentato la prima mappatura europea delle centrali idroelet-triche, rilevando che i fiumi del continente sono saturi, con oltre 20mila centrali idroelettriche fun-zionanti e 8mila invece in fase di progettazione.

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