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Nasce una nuova riserva naturale

Asia, la strage silenziosa delle trappole

Trichechi e orsi polari © Alexei Ebel / WWF-Canon
10 agosto 2020
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Il governo russo ha creato la riserva naturale nazionale marina delle Isole dell’Orso (Zapovednik) in Jacuzia, seguendo le indicazioni degli esperti del WWF Russia. La parte principale del territorio è costituita dalle isole Medvezhyi, sei isole situate vicino alla foce del fiume Kolyma dove le acque sono regolate dal Mare della Siberia orientale. Questo luogo ha la più alta concentrazione registrata di tane di orsi polari, e, in primavera, si possono vedere le femmine con i loro cuccioli sul ghiaccio. E sono state proprio le numerose tane a convincere il governo russo a seguire il progetto del WWF. I colleghi hanno spiegato le caratteristiche del territorio e lo hanno fatto con il sostegno finanziario di Oceani 5. La riserva è stata istituita il 30 giugno e occupa 8’155 chilometri quadrati, che comprendono 4’679 chilometri quadrati del Mar della Siberia orientale adiacente all’arcipelago delle isole Medvezhyi. Le acque poco profonde che circondano l’arcipelago servono anche come una sorta di “vivaio” per i pesci autoctoni dei mari artici. Le acque che circondano le isole ospitano foche barbute e foche dagli anelli e sono visitate da balene beluga, trichechi e persino leoni marini.

Il silenzio delle trappole

Una crisi silenziosa e pericolosa sta decimando la fauna selvatica nel Sudest asiatico, aumentando di conseguenza il rischio di trasmissione di zoonosi all’uomo. È quanto emerge da un nuovo rapporto del WWF. Si stima che 12,3 milioni di trappole minaccino la fauna selvatica nelle aree protette della Cambogia, del Laos e del Vietnam: Paesi che sono al centro della crisi secondo il rapporto “Silence of the Snares”. Queste trappole rudimentali, spesso realizzate con fili o cavi, ogni anno uccidono migliaia di animali. Non solo: questa forma di caccia da parte dei bracconieri aumenta le probabilità che gli esseri umani entrino in contatto con batteri o virus e che si arrivi a un salto di specie. Le vittime di queste pratiche sono soprattutto i pangolini e i maiali selvatici. Infatti, i ricercatori hanno identificato molti degli animali presi di mira dal rantolo, tra cui il maiale selvatico e lo zibetto delle palme (conosciuto anche con il nome musang). “Uccidendo e mutilando indiscriminatamente, le trappole stanno spazzando via la fauna selvatica della regione, dalle tigri e dagli elefanti ai pangolini e agli zibetti delle palme, e svuotando le foreste.

Queste specie non hanno alcuna possibilità a meno che i governi del Sudest asiatico non affrontino con urgenza la crisi delle tigri”, ha detto Stuart Chapman, capo della WWF Tigers Alive Initiative. Le trappole, infatti, costituiscono anche la principale minaccia per le tigri della regione – e uno dei maggiori fattori per cui si presume che si siano estinte in Cambogia, nel Laos e in Vietnam.

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