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Nel Paese sempre freddo

Alla scoperta degli animali siberiani

© Hartmut Jungius / WWF
4 maggio 2019
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Grazie ai colleghi del WWF Russia è nata la più grande riserva terrestre e marina del Paese. Si chiama “Nuove Isole Siberiane” e si trova nella Repubblica di Sakha (Jacuzia). In questa area remota, perennemente fredda (è qui che si misurano le temperature più basse del mondo), nacque decenni fa la prima oasi del WWF Russia. Oasi che ora è stata ampliata ed è diventata una riserva naturale importante per il Paese. La riserva, infatti, proteggerà l’isola maggiore e gli ecosistemi marini dell’Artico russo, così come parte delle nuove isole siberiane Polynya. Si tratta di zone acquatiche che rimangono libere dal ghiaccio durante tutto l’anno. Grazie a questo fenomeno le acque sono piene di sostanze nutritive e ricche di vita marina. Le isole Polynya ospitano foche barbute e beluga. Finalmente sono sotto protezione anche le zone di riproduzione del tricheco del mare di Laptev e degli orsi polari. L’area copre oltre sei milioni di ettari, di cui quasi cinque milioni di ettari sono aree marine.

Noi, ragazzi di Sakha

Il governo russo, grazie al lavoro del WWF, ha creato una riserva terrestre e marina unica al mondo. La riserva WWF di Sakha, in Jacuzia (Siberia) nacque tanti anni fa. L’obiettivo era quello di far conoscere agli abitanti del posto le bellezze della propria terra, in modo che la rispettassero e amassero di più. Negli ultimi vent’anni, tutte le classi di studenti del luogo hanno preso parte a escursioni organizzate dal WWF. Ecco il resoconto di un gruppo di bambini.

“Dobbiamo osservare nel più completo silenzio per sperare di vedere uno dei tanti abitanti selvatici della Riserva. Qui vivono lupi, orsi bruni, linci, alci, volpi rosse, aquile reali, allocchi di Lapponia, tamia, picchi tridattili, picchi neri e persino il mosco moschifero, il più piccolo cervo che rischia l’estinzione a causa del ‘muschio’ estratto dalle sue ghiandole odorifere”. Pochi lo sanno, infatti, ma il muschio bianco non deriva da una pianta, ma dalla ghiandola di questo bizzarro e sfortunato animale. Oggi giorno, si tende a produrlo sinteticamente, ma quando non è così, l’odore è di natura animale.

“Camminiamo in fila indiana, imbacuccati, ma con gli occhi ben aperti pronti a percepire anche il più piccolo movimento sul sentiero o fra i rami degli alberi. E alla fine siamo stati premiati perché nel corso della nostra escursione abbiamo potuto osservare diversi scoiattoli, le impronte nella neve di una coppia di lupi, di una volpe rossa e anche le unghiate lasciate da un grosso orso sulla corteccia di un albero! Per noi ragazzi è stato emozionante!”.

“Questa non è la nostra prima avventura nella Riserva di Sakha: grazie al WWF e alle sue guide, abbiamo imparato molto sul territorio in cui viviamo e sugli animali che lo abitano, sappiamo riconoscerne le tracce, possiamo distinguere le impronte dell’orso e quelle della lince. Riconosciamo il tambureggiare del picchio nero o dove si è posato l’allocco di Lapponia dopo aver sferrato il suo attacco alla preda. Ma, soprattutto, grazie a queste lezioni in natura abbiamo imparato ad amare sempre di più la nostra bellissima natura e a rispettarne i fragili equilibri”.

Stiamo andando nella direzione giusta, proteggendo aree terrestri e marine importanti. Ma c’è ancora tanto da fare. Il WWF, infatti, continuerà a battersi fin quando non verranno incluse anche le aree marine che allo stato attuale sono in mano a compagnie petrolifere.

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