Svizzera

Scontri a Berna, la maggioranza dei fermati proveniva da altri cantoni

Circa l'80% dei fermati risiede fuori dal cantone, con una parte consistente giunta dalla Svizzera francese; l'85% erano cittadini svizzeri, 23 minorenni

15 ottobre 2025
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La maggioranza dei partecipanti coinvolti nei violenti scontri durante la manifestazione pro Palestina dello scorso fine settimana a Berna proveniva da altri cantoni, in particolare dalla Svizzera romanda. Circa la metà delle 536 persone fermate e identificate dalla polizia era donna.

La manifestazione non autorizzata - in solidarietà con Gaza e il popolo palestinese - andata in scena sabato, è rapidamente degenerata. Un nutrito gruppo di dimostranti incappucciati, ritenuti appartenenti agli ambienti dell'estrema sinistra, si è mosso tra le prime file del corteo dando origine a violenti scontri con le forze dell'ordine. Gli agenti in antisommossa hanno risposto con gas lacrimogeni e idranti e hanno fermato temporaneamente centinaia di persone.

Secondo quanto confermato oggi dalla polizia cantonale bernese, circa l'80% delle persone fermate dalle forze dell'ordine risiede al di fuori del cantone. Una parte consistente era giunta per l'occasione dalla Svizzera francese, viene precisato. L'85% dei manifestanti posti in stato di fermo erano cittadini svizzeri, per lo più di età compresa tra i 20 e i 29 anni; tra loro figurano anche 23 minorenni.

Ad eccezione di una persona già ricercata per altri reati, tutti i dimostranti arrestati nel corso dei disordini sono stati nel frattempo rilasciati.

Al quotidiano Blick, l'avvocato e docente dell'Università di Berna Simon Huwiler ha spiegato che una detenzione può avvenire solo in presenza di concreti indizi di reato. Attribuire singoli atti di violenza ai responsabili risulta tuttavia difficile: situazioni di disordine come quelle avvenute nella città federale questo fine settimana sono caotiche; molti partecipanti agiscono a volto coperto e si vestono appositamente con abiti neri.

Le indagini sono in corso.