Svizzera

‘Ubs rimane vulnerabile, potenziale di perdita rilevante’

19 giugno 2025
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UBS rimane vulnerabile di fronte a crisi globali e il potenziale di perdita resta rilevante: lo afferma la Banca nazionale svizzera (BNS), che nel suo annuale rapporto sulla stabilità finanziaria sostiene quindi le misure proposte dal Consiglio federale per rafforzare l'istituto guidato da Sergio Ermotti.

Dalla pubblicazione dell'analoga analisi del 2024 le condizioni per il ramo finanziario elvetico si sono deteriorate, constata la BNS. Pesano in particolare le tensioni sul commercio internazionale e la connessa incertezza. A seguito delle tensioni la volatilità nei mercati valutari, azionari e obbligazionari è sensibilmente aumentata questa primavera.

Inoltre altri fattori di rischio potrebbero amplificare l'impatto di potenziali shock negativi: in tutto il mondo il debito pubblico è risalito quasi ai massimi storici, mentre le valutazioni degli immobili residenziali e delle obbligazioni societarie a livello globale da un lato e del mercato azionario statunitense dall'altro appaiono ancora eccessive. In Svizzera l'attuale contesto dei tassi di interesse potrebbe contribuire a una maggiore assunzione di rischio e a un ulteriore aumento di vulnerabilità nel mercato ipotecario e in quello degli immobili residenziali.

Detto del quadro generale, la BNS si è poi focalizzata su singoli istituti. Per quanto riguarda UBS la redditività al netto dell'avviamento negativo è aumentata rispetto all'anno precedente, anche se l'onere aggiuntivo derivante dall'integrazione di Credit Suisse continua ad avere un effetto frenante. Una volta completata l'integrazione e la ristrutturazione, entro la fine del 2026, UBS prevede di realizzare utili consistenti, rafforzando così la prima linea di difesa per l'assorbimento delle perdite nel caso di un potenziale evento di stress.

Per quanto concerne il capitale, la seconda linea di difesa, UBS soddisfa già oggi i requisiti patrimoniali "too big to fail" (TBTF) in regime di piena applicazione dal 2030. Questi rispecchiano l'accresciuta rilevanza sistemica della banca in seguito alla fusione con Credit Suisse. I coefficienti patrimoniali della capogruppo sovrastimano però la sua reale resilienza e sono quindi vulnerabili a rettifiche di valore sulle società affiliate. "È importante ovviare a questa falla regolamentare e introdurre ulteriori misure normative come proposto dal Consiglio federale, anche perché il potenziale di perdita per UBS nei diversi scenari di stress ipotizzati dalla BNS rimane considerevole", puntualizzano gli esperti della BNS.

Per quanto riguarda le tre banche di rilevanza sistemica orientate al mercato interno (PostFinance, Raiffeisen e Banca cantonale di Zurigo), anche in questo caso la redditività è diminuita. I coefficienti patrimoniali di Raiffeisen e della Banca cantonale di Zurigo sono comunque nettamente superiori ai requisiti regolamentari: in confronto PostFinance presenta riserve di capitale più esigue.

La BNS sostiene anche il pacchetto di misure proposto dal governo nell'ambito della prevenzione e della gestione delle crisi. Sulla scorta di un importante insegnamento tratto dalla crisi di Credit Suisse, il Consiglio federale ha raccomandato in particolare di inasprire i requisiti patrimoniali per la casa madre di un gruppo bancario. "Dal punto di vista della stabilità finanziaria, questo approccio costituisce la soluzione migliore per assicurare una copertura totale delle partecipazioni estere con fondi propri e quindi una robusta capitalizzazione della capogruppo", argomenta l'istituto.

Riguardo alla liquidità, l'esperienza del 2022-2023 in Svizzera e negli Stati Uniti mostra che nelle crisi i deflussi di fondi possono essere molto elevati e repentini. È perciò importante non solo rafforzare i cuscinetti di liquidità delle banche, ma anche richiedere alle stesse di migliorare la propria situazione mediante misure complementari. "In presenza di una perdita di fiducia, i massicci prelievi di depositi hanno il potenziale di esaurire rapidamente le riserve di liquidità, anche quando queste sono elevate", mette in guardia la BNS. A suo avviso ad oggi le banche non hanno ancora sfruttato appieno il potenziale per far fronte a tali situazioni.

Oltre alle banche anche gli intermediari finanziari non bancari (NBFI) svolgono un ruolo importante nel settore finanziario nazionale. Secondo la BNS, in futuro saranno quindi necessari più dati e maggiore qualità nell'ambito dell'analisi dei loro rischi.