Svizzera

Il Consiglio degli Stati vuole opporre un controprogetto diretto all’iniziativa sulla neutralità

Il principio va definito nella Costituzione, secondo la maggioranza. Solo la sinistra e l’unica ‘senatrice’ verde-liberale si sono messe di traverso

Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha difeso la posizione del Governo, contrario sia all’iniziativa che al controprogetto
(Keystone)
19 giugno 2025
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L’iniziativa popolare sulla neutralità va respinta. È quanto propone – come del resto appariva scontato – il Consiglio degli Stati, che su questo punto (con 35 voti contro 8) si è allineato alla raccomandazione del Consiglio federale. Più discussa è stata invece l’idea di opporle un controprogetto diretto. Dopo averne dibattuto a lungo, la Camera dei cantoni l’ha approvata, per 27 voti a 15 e un astenuto.

L’iniziativa, lanciata da Pro Svizzera e da alcuni membri dell’Udc, chiede di iscrivere nella Costituzione federale una definizione di neutralità, esigendo che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo in caso di attacco diretto contro il Paese. Vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti, come ha fatto per contro con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

La proposta di modifica costituzionale è troppo rigida, ha sostenuto il relatore commissionale Matthias Michel (Plr/Zg). Secondo la maggioranza, non bisogna cambiare la prassi in materia (di “un concetto collaudato” ha parlato il socialista ginevrino Carlo Sommaruga): applicare una neutralità flessibile, nel quadro delle disposizioni del diritto internazionale vigente, è fondamentale soprattutto nell’attuale contesto globale. Invece, iscrivere nella Costituzione una definizione rigida di neutralità non è nell’interesse della Svizzera e ridurrebbe il margine di manovra in materia di politica estera.

L’Udc è convinta invece che definire la neutralità nella Costituzione federale conferirebbe a questo concetto maggior legittimità e renderebbe la Svizzera più affidabile a livello internazionale. Secondo Marco Chiesa (UDC/TI), “chi oggi propone un allineamento automatico a sanzioni decise altrove, chi auspica un ravvicinamento a blocchi militari, in realtà sta minando l’unico strumento che ha permesso alla Svizzera di rimanere credibile, utile e rispettata. Perché, diciamolo chiaramente, solo una Svizzera veramente neutrale può essere autorevole come costruttrice di ponti”.

In aula i dibattiti si sono concentrati sull’idea di un controprogetto diretto. I favorevoli – che alla fine l’hanno spuntata – sono convinti che occorra sancire la definizione di neutralità nella Confederazione per consentire al popolo di votare in modo differenziato su una versione che corrisponde alla prassi attuale. Così facendo il Parlamento dimostra anche di tenere in considerazione le richieste formulate nell’iniziativa.

Secondo Benedikt Würth (Centro/Sg), il controprogetto consente di rispondere ai desideri dei promotori, pur sottolineando che la Svizzera deve mettere a disposizione i suoi servizi come mediatrice. Citando un recente studio, Würth ha affermato che l’87% dei cittadini svizzeri è favorevole al principio di neutralità. E il 70% approva il fatto che Berna abbia ripreso le sanzioni contro la Russia.

Durante il dibattito, il campo borghese si è schierato a favore di tale controprogetto, assieme al socialista Jositsch. Da parte sua, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha difeso invano la posizione del Governo, che è contrario sia all’iniziativa che al controprogetto. Al voto, però, solo la sinistra e la verde-liberale Tiana Moser si sono opposti. Il dossier passa ora al Nazionale.