Approvata dal Consiglio nazionale una legge con nuove misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo
La Svizzera deve introdurre un registro federale degli aventi economicamente diritto per combattere il riciclaggio di denaro. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando - con 117 voti contro 63 e 5 astenuti - una legge già adottata in dicembre dagli Stati.
Il progetto comprende anche ulteriori misure contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, tra cui nuovi obblighi di diligenza per consulenti come avvocati e notai, e regolamentazioni per il commercio immobiliare, di metalli preziosi e pietre preziose, ha spiegato Nadine Gobet (PLR/FR) a nome della commissione. Queste proposte rispondono anche alle raccomandazioni del GAFI (Gruppo di azione finanziaria internazionale).
In quanto piazza finanziaria globale, ha proseguito la friburghese, la Svizzera è particolarmente esposta a questi rischi e sotto stretta osservazione da parte di organismi internazionali. La prossima valutazione del GAFI è prevista per il 2027, e un giudizio negativo potrebbe far finire la Svizzera nella lista grigia dei Paesi che non rispettano le raccomandazioni. Anche l'UE sta redigendo una lista dei paesi terzi a rischio elevato di riciclaggio, il che potrebbe limitare l'accesso delle istituzioni finanziarie svizzere al mercato europeo, ha messo in guardia Gobet.
Il futuro registro è un elemento centrale per identificare i reali proprietari delle strutture giuridiche, ha spiegato da parte sua la consigliera federale Karin Keller-Sutter. "Permetterà di individuare e prevenire l'uso di società di comodo per occultare beni, eludere sanzioni internazionali o riciclare denaro", ha affermato la presidente della Confederazione. Supporta inoltre le autorità in altri compiti, come la lotta contro gli abusi nel settore delle assicurazioni sociali o nell'ambito della Lex Koller.
Attualmente, secondo Keller-Sutter, il quadro giuridico svizzero presenta delle lacune. Le autorità non dispongono sempre di informazioni pertinenti e prontamente accessibili sui titolari effettivi delle persone giuridiche, soprattutto quando si tratta di strutture complesse, ha sostenuto la ministra delle finanze.
Nel suo intervento, Simone Gianini (PLR/TI) ha chiesto che le nuove regolamentazioni, "per quanto possibile, non portino più burocrazia del necessario". Per questo motivo non andrebbero sottoposte alle nuove regole le associazioni e le fondazioni. Tanto più che queste ultime sono già sottoposte a controllo e a vigilanza statali, ha spiegato il ticinese. Al voto, il plenum si è detto d'accordo con 116 voti contro 72.
Da notare che durante il dibattito d'entrata in materia l'UDC ha fortemente criticato il progetto, che avrebbe un'utilità dubbia. "Rappresenta una risposta automatica a pressioni esterne, senza una necessità nazionale comprovata", ha detto Michaël Buffat (UDC/VD).
Il progetto richiederà la creazione di 80 nuovi impieghi nella Confederazione per la sua attuazione, senza contare gli uffici cantonali, i registri di commercio e le stesse imprese, ha proseguito Buffat. Si tratta di un enorme carico amministrativo, che colpirà oltretutto le piccole realtà: associazioni locali, imprese familiari. Nel frattempo, le società quotate in borsa saranno esentate. "La logica appare poco chiara", ha sostenuto il vodese, senza però convincere il plenum: la proposta di non entrata in materia è stata respinta con 122 voti contro 65.
Da notare che il disegno di legge licenziato dal Consiglio federale comprendeva anche un capitolo volto a introdurre obblighi di diligenza per alcune attività di consulenza, come quella legale. Per procedere più celermente, questa parte è stata scorporata e sarà trattata ulteriormente. La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter non si è opposta, proprio per non rinviare l'entrata in vigore della prima parte, ritenuta più urgente.
Il dossier torna ora al Consiglio degli Stati per l'esame delle divergenze.