La storica attivista e politica è morta all'età di 78 anni. La sua non-elezione al Consiglio federale nel 1993 è rimasta nella memoria collettiva
L'attivista sindacale e politica socialista Christiane Brunner è deceduta all'età di 78 anni. Figura di spicco del movimento femminista, la ginevrina aveva orchestrato il primo sciopero delle donne nel 1991. La sua non-elezione al Consiglio federale nel 1993 è rimasta nella memoria collettiva.
Brunner è deceduta venerdì mattina, ha confermato suo figlio a Keystone-Ats, confermando un'informazione della Rts.
Keystone
In Parlamento
Nata il 23 marzo 1947 a Ginevra in una famiglia modesta, Brunner era destinata, secondo sua madre, a diventare cassiera alla Migros. Scelse invece di intraprendere gli studi di giurisprudenza diventando avvocata.
Attivista, nel 1969 fu una delle fondatrici del Movimento di liberazione delle donne in Svizzera. Nel 1976 entrò nel Partito socialista. Fu deputata al Gran Consiglio ginevrino per nove anni prima di essere eletta alla Camera del popolo nel 1991.
Acquistò notorietà nazionale riuscendo a portare 500’000 donne nelle strade della Svizzera il 14 giugno 1991. Una marea fucsia invase in particolare la piazza federale, chiedendo l'uguaglianza di genere dieci anni dopo la sua iscrizione nella Costituzione.
Keystone
La folla in piazza per lo sciopero delle donne
L'impegno di Brunner per la causa delle donne si affiancò a una carriera sindacale. In un mondo allora essenzialmente maschile, fu la prima donna a presiedere la Federazione svizzera dei lavoratori della metallurgia e dell'orologeria (Ftmh) nel 1992, dopo il Ssp (1982-89). Assunse anche la co-presidenza dell'Unione sindacale svizzera con Vasco Pedrina dal 1994 al 1998.
Politicamente, la candidatura di Brunner al Consiglio federale nel 1993 resta l'evento più memorabile della sua carriera. La candidata unica del gruppo socialista fallì però il 3 marzo contro Francis Matthey. Il neocastellano, deceduto lo scorso marzo, era sostenuto dai partiti borghesi che volevano ostacolare la socialista attivista nella corsa alla successione di René Felber.
Keystone
Versione attivista
L'evento provocò una tempesta con ripercussioni durature. Dopo il deflusso di centinaia di donne arrabbiate sulla piazza federale, e l'elezione di Ruth Dreifuss una settimana dopo, "l'effetto Brunner" portò a un forte avanzamento della rappresentanza femminile in vari cantoni.
Questa non-elezione "ha fatto muovere più cose di quanto avrei potuto fare come consigliera federale", ripeteva spesso Christiane Brunner. Durante tutta la sua carriera e in particolare al momento della sua candidatura, la ginevrina subì violente aggressioni sessiste. Voci anonime la accusavano tra l'altro di dissolutezza.
Sotto la Cupola, Christiane Brunner rimase quattro anni al Consiglio nazionale, poi sedette al Consiglio degli Stati dal 1995 al 2007. Tra i suoi temi preferiti c'erano le questioni legali, il diritto del lavoro, le assicurazioni sociali, il status delle donne e degli stranieri. L'assicurazione maternità sarà anche uno dei suoi cavalli di battaglia.
All'inizio degli anni 2000, la politica abbandonò la scena sindacale e assunse la presidenza di un Ps allora indebolito da una crisi interna. Sotto la sua guida, dal 2000 al 2004, il partito ritrovò il suo slancio, raccogliendo nel 2003 oltre il 23% dei voti.
Keystone
Una maglietta del Partito socialista dedicata a lei
Dal 2007 si era ritirata dalla vita politica. Il 14 giugno 2021, intervistata 30 anni dopo il primo sciopero delle donne, propose di lanciare un'iniziativa popolare per ottenere finalmente l'uguaglianza salariale, esortando le sue consorelle a "non mollare mai".
Brunner faceva parte di una famiglia allargata con cinque figli. Suo marito, il sindacalista Jean Quéloz, era deceduto nel 2021.
In un comunicato, il PS esprime la sue più profonde condoglianze ai suoi cari e alla sua famiglia. "Grazie al suo impegno instancabile e alle sue convinzioni incrollabili, Christiane Brunner ha segnato la storia del partito, ma anche della Svizzera moderna, del sindacalismo e del femminismo".
Keystone
Aveva 78 anni
In un messaggio su X, il consigliere federale Beat Jans ha definito Brunner una grande combattente per l'uguaglianza e la giustizia sociale. "Gli incontri con lei mi hanno impressionato e segnato”.
Dal canto suo, l'Uss piange la scomparsa di una "grande sindacalista e militante per l'uguaglianza". Christiane Brunner era una personalità eminente della vita sociale e sindacale svizzera e una pioniera sotto molti aspetti, scrive la federazione sindacale.
Keystone
Lo sciopero del 1991