Decisione rinviata al 2026 per coordinare la legislazione svizzera con quella europea e mantenere la competitività
Il Consiglio federale prende tempo sul dossier che propone di ampliare le normative sulla sostenibilità delle imprese (ambiente, diritti umani e lotta alla corruzione). Prima di procedere vuole attendere le decisioni in materia dell'Unione europea, sempre che arrivino prima della primavera 2026.
Già oggi, secondo le prescrizioni legali, le imprese svizzere di grandi dimensioni sono tenute a creare trasparenza in merito a determinati settori della loro attività e a pubblicare un rapporto sui rischi legati all'ambiente, agli aspetti sociali, alle condizioni dei lavoratori, ai diritti umani e alla lotta contro la corruzione. Le società che operano in settori sensibili al lavoro minorile e dei minerali provenienti da zone di conflitto devono inoltre rispettare obblighi supplementari.
Lo scorso 24 giugno il Consiglio federale ha proposto di estendere l'obbligo a un maggior numero di imprese, avviando una procedura di consultazione che si è conclusa lo scorso ottobre. In una nota pubblicata oggi, l'esecutivo afferma che "il progetto è risultato controverso" e che "un gran numero di partecipanti ha chiesto semplificazioni amministrative".
Per il proseguo, l'esecutivo non ha ancora deciso come procedere. Prima di farlo vuole attendere i "rapidi e importanti sviluppi" previsti nell'Unione europea, che intende ridurre l'onere normativo a carico delle imprese. Per il Consiglio federale, infatti, "nell'ambito della gestione sostenibile delle imprese [] la legislazione svizzera va coordinata su scala internazionale".
Tale coordinamento, precisa il Consiglio federale, "è cruciale per mantenere la competitività delle imprese svizzere". Solo così si potrà infatti "garantire condizioni commerciali eque alle imprese svizzere nel raffronto internazionale".
Il governo ha così incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia di elaborare possibili "varianti pragmatiche" per modificare il diritto vigente. L'esecutivo stabilirà come procedere "non appena l'Unione europea avrà deciso in merito alle semplificazioni annunciate, o comunque al più tardi nella primavera del 2026".
Da notare che sul tema a inizio anno è stata lanciata una iniziativa popolare denominata "Per grandi imprese responsabili - a tutela dell'essere umano e dell'ambiente". I promotori sono riusciti nell'exploit di raccogliere le centomila firme necessarie in meno di due settimane.
La proposta di modifica costituzionale, che si orienta alle disposizioni adottate dall'UE, prevede controlli e multe - proporzionali al fatturato - per i trasgressori degli obblighi di diligenza, nonché la possibilità per le persone danneggiate di adire i tribunali elvetici in vista di eventuali risarcimenti. Le PMI sono escluse da queste disposizioni.