Svizzera

Il Consiglio nazionale svizzero respinge la modifica sulla legge del ricongiungimento familiare

I cittadini svizzeri restano penalizzati rispetto a quelli dell'UE e dell'AELS, nonostante il sostegno del Consiglio federale

17 marzo 2025
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Nell'ambito del ricongiungimento familiare i cittadini svizzeri continueranno ad essere penalizzati rispetto a quelli provenienti dall'UE e dall'AELS. Lo ha stabilito oggi il Consiglio nazionale, che con 113 voti contro 71 e 2 astensioni non è voluto entrare in materia su progetto che prevedeva una modifica di legge sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI).

Scaturito da un'iniziativa parlamentare depositata nel 2019 da Angelo Barrile (PS/ZH), il progetto oggi sui banchi del Nazionale prevedeva una modifica di legge in modo da eliminare e impedire tali discriminazioni.

"Oggi i cittadini svizzeri hanno solo diritto a ricongiungersi con i propri coniugi e i loro figli minorenni provenienti da Stati terzi", ha ricordato Beat Flach (PVL/AG) a nome della minoranza. "Mentre cittadini dell'UE o dell'AELS godono di maggiori diritti", ha aggiunto. "È tempo di porre fine a questa discriminazione", ha fatto eco Céline Widmer (PS/ZH).

A nome della maggioranza della commissione, Piero Marchesi (UDC/TI) ha chiesto alla Camera di non dar seguito all'iniziativa. "Un tale intervento rischia di diventare un potente incentivo migratorio", ha detto il ticinese, evocando ingenti costi supplementari che andrebbero a pesare sulle casse dei contribuenti qualora il testo venisse approvato. "Già oggi il sistema vigente permette a circa 7'000 persone all'anno di accedere al ricongiungimento familiare", ha sottolineato Marchesi, precisando che il testo è in contrasto con il volere del popolo espresso con l'iniziativa contro l'immigrazione accolta il 9 febbraio 2014.

Per una bocciatura del progetto si è espresso a nome della commissione anche Peter Schilliger (PLR/LU), che ha sottolineato che "non si può escludere che la modifica di legge conduca a un'immigrazione incontrollata".

L'atto parlamentare era stato adottato con modifiche minori in prima lettura dal Consiglio nazionale nella scorsa sessione estiva. Nell'autunno del 2024, gli Stati hanno invece deciso di non entrare in materia. Il Consiglio federale - per il quale oggi ha preso la parola il "ministro" della giustizia e polizia Beat Jans - si è detto favorevole all'entrata in materia.

Con la decisione odierna la modifica di legge è stata definitivamente affossata.