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Conti della Confederazione dal profondo rosso al quasi pareggio

Oltre 2,5 miliardi di franchi ‘riassorbiti’ tra preventivo e consuntivo. Ma il pacchetto di sgravio resta indispensabile, avverte Karin Keller-Sutter

Karin Keller-Sutter (a destra) con Sabine D’Amelio-Favez
(Keystone)
12 febbraio 2025
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Il Ps esige “risposte” dopo le “previsioni errate di diversi miliardi” di franchi. Invita la ministra delle Finanze Karin Keller-Sutter (Plr) a fornirle in occasione di una delle prossime riunioni del gruppo parlamentare. Al Consiglio federale già ora chiede di rinunciare “immediatamente” ai tagli sulla protezione del clima, la parità e il potere d’acquisto. La richiesta è condivisa dai Verdi, che a loro volta denunciano un “piano di smantellamento e la politica ‘no future’” del Governo, che “ignora le esigenze della popolazione e scarica le responsabilità sui Cantoni”.

Alla sinistra non va giù che la Confederazione – secondo i dati provvisori resi noti mercoledì – abbia chiuso i conti del 2024 quasi in pareggio (il deficit è di soli 80 milioni), quando in sede di preventivo era stato stimato un disavanzo di 2,6 miliardi di franchi. Una discrepanza frutto del solito giochetto politico? Quello per cui si fanno previsioni oltremodo pessimistiche, poi puntualmente smentite alla prova dei fatti, per giustificare tagli alla spesa pubblica?

Karin Keller-Sutter (Kks d’ora in poi) e Sabine D’Amelio-Favez, direttrice dell’Amministrazione federale delle finanze (Aff), respingono con vigore questa tesi. In una lunga e densa conferenza stampa, hanno spiegato cifre alla mano perché – per la prima volta dalla pandemia di Covid-19 – la Confederazione si ritrova con un risultato di bilancio praticamente in equilibrio. Un risultato che “non è caduto dal cielo” (Kks), ma che è frutto di una costellazione particolare: la combinazione tra un sostanziale incremento delle entrate riconducibile all’imposta federale diretta (Ifd), all’Iva e all’imposta preventiva (+5,9% o +4,7 miliardi rispetto al 2023; +1,2 miliardi rispetto al preventivo 2024) e il differimento al 2025 dell’apporto di capitale di 1,15 miliardi alle Ffs, una spesa straordinaria inizialmente prevista lo scorso anno. Senza dimenticare la riduzione dei costi per quattro miliardi di franchi operata nel biennio 2022-2023.

‘Il problema sono le uscite’

“Non abbiamo un problema di entrate, ma di uscite [cresciute del 4% o di 3,2 miliardi nel 2024, ndr]”, ha ripetuto più volte la ministra delle Finanze. A chi le ha chiesto come spiega il divario di 2,5 miliardi tra preventivo e consuntivo, la sangallese ha risposto che “negli ultimi quattro anni abbiamo sovrastimato le entrate, l’anno scorso le abbiamo sottostimate”.

Secondo l’Aff, il saldo finanziario ordinario nel 2024 ammonta a 817 milioni di franchi. Poiché a causa della situazione economica sarebbe stato ammissibile un deficit di circa 500 milioni di franchi, l’eccedenza strutturale ammonta a circa 1,3 miliardi di franchi. Questo importo sarà utilizzato per ridurre il debito causato dalla pandemia di Covid-19. Kks si è detta “sollevata e soddisfatta” del fatto che per la prima volta il bilancio della Confederazione può fornire un contributo alla riduzione di tale debito, che ammonta a 27 miliardi di franchi.

Buone nuove per il 2026

Anche a medio termine le prospettive finanziarie appaiono migliori di quanto si pensasse. Per il 2026 si prevede un saldo finanziario “quasi in pareggio”, conforme al freno all’indebitamento, ha detto Keller-Sutter. Il preventivo 2026 (nel quale verranno confermati i tagli decisi per quello del 2025, in ossequio alla volontà del Parlamento) non dovrebbe quindi richiedere ulteriori misure di austerità e/o tagli lineari (“che nemmeno al Parlamento piacciono”) per rispettare il freno all’indebitamento.

Il Consiglio federale se ne occuperà in estate. Potrà contare su un gradito ‘regalo’ straordinario e temporaneo (tre anni): entrate supplementari per un totale di circa 1,6 miliardi di franchi, dovute al fatto che le società di trading con sede nel Canton Ginevra hanno registrato profitti eccezionalmente elevati nel 2022 e 2023 grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime.

Aumento delle imposte in agguato

A partire dal 2027, “contrariamente a quanto alcuni credono” (Kks), avremo invece un deficit strutturale di finanziamento. Perché “la dinamica di crescita delle spese” non si indebolirà, anzi: “Nonostante la stabilizzazione del bilancio federale, le nubi oscure non si sono diradate”, afferma la consigliera federale. Si tratterà di finanziare il previsto aumento delle spese per l’esercito (il budget deve raggiungere l’1% del Prodotto interno lordo entro il 2032) e la 13esima Avs, approvata in votazione popolare. A quel punto non si scappa: o verranno applicate tutte le misure inserite nell’“indispensabile” pacchetto messo in consultazione a fine gennaio (prevede minori spese per complessivi 2,7 miliardi nel 2027 e 3,6 miliardi nel 2028), oppure sarà inevitabile aprire la discussione su un aumento delle imposte (Iva e/o Ifd).

Diverse incognite rendono poi ancor più complesse le prospettive a medio termine: non si sa se il contributo della Confederazione all’Avs, in relazione alla 13esima mensilità, potrà essere ridotto al 19,5% come auspica il Governo; le cifre non tengono conto dei fattori legati ai rapporti con l’Ue (contributi svizzeri ai programmi Erasmus+ e Copernicus e alla coesione), né della probabile proroga da parte del Parlamento dell’aliquota speciale per il settore alberghiero; infine, non è chiaro a quanto ammonteranno effettivamente le entrate derivanti dall’imposta minima Ocse sulle grandi imprese.

Udc e Plr sottoscrivono

La sinistra, come detto, è infuriata e chiede uno stop urgente allo “smantellamento”. Per il consigliere nazionale dell’Udc Lars Guggisberg, invece, il pacchetto di sgravi portato avanti dal Consiglio federale è “più che mai necessario”. Tanto più che non comporta risparmi, ma solo un rallentamento della crescita delle spese. Dello stesso parere è il Plr. Per il Centro, il fatto che le stime si siano rivelate troppo negative non significa che non si debba continuare a gestire le finanze in modo responsabile. Il Pvl reputa opportuna la prudenza di bilancio. Tuttavia, è importante risparmiare “con discernimento”.