Svizzera

Dopo Lothar foreste meglio equipaggiate contro le tempeste

Sono passati 25 anni dall'evento estremo: ‘Da quella catastrofe sono stati tratti importanti insegnamenti’

Alberi e natura da salvaguardare
(Keystone)
18 dicembre 2024
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A venticinque anni dalla tempesta Lothar, i boschi svizzeri sono meglio preparati ad affrontare simili eventi, che capitano una volta ogni cento anni. Secondo l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, sono stati tratti importanti insegnamenti da quella catastrofe.

Lothar si abbatté sulla Svizzera la mattina del 26 dicembre 1999, provocando la morte di 14 persone, mentre considerando tutta l'Europa le vittime furono oltre cento. Nella sola Confederazione vennero inoltre scaraventati a terra 14 milioni di metri cubi di legno, tre volte il tasso di abbattimento annuale: mai una tempesta invernale ha causato tanti danni alle foreste.

Sull'Altopiano centrale, l'estensione dei danni fu senza precedenti, ha dichiarato, citato nel comunicato, Thomas Wohlgemuth, ecologo. Per l'industria, le conseguenze furono terribili. Diciassette proprietari di boschi persero la vita durante i successivi pericolosi lavori di disboscamento, oltre a due persone impegnate in operazioni forestali pubbliche. I prezzi del legname rotondo scesero di circa un terzo a causa dell'eccesso di offerta nella primavera del 2000.

L'Ufficio federale dell'ambiente ha stimato i danni complessivi in 1,35 miliardi di franchi, di cui 600 milioni per gli edifici e 750 milioni per la foresta. In totale, il 2% degli alberi in Svizzera è stato abbattuto o spezzato.

I cantoni di Berna, Friburgo, Lucerna e Nidvaldo furono i più colpiti da Lothar, che attraversò il Vecchio Continente dal nord della Francia alla Germania meridionale, fino alla Svizzera e all'Austria, con venti fino a 272 chilometri orari.

Meno abeti rossi

Tempeste potenti come questa, sottolinea il WSL, sconvolgono vaste aree di foresta: nei soprassuoli ricchi di abete rosso si verifica quasi sempre un forte aumento dei coleotteri della corteccia per diversi anni. Se si vogliono proteggere importanti funzioni forestali, gli abeti danneggiati devono essere eliminati il più rapidamente possibile.

L'abete rosso non è originario dell'Altopiano centrale e viene piantato per la produzione di legname. Non solo è suscettibile alle tempeste invernali e ai coleotteri, ma soffre pure il caldo e la siccità. Tuttavia, oggi è molto più raro e ciò significa che il bosco è molto più preparato a reggere l'urto della Natura rispetto al 1999.

Stando all'istituto, in vaste aree sferzate dal vento di Lothar sono ricresciuti alberi alti in media dai 10 ai 20 metri. Molte specie considerate resistenti al clima, come la quercia, il ciliegio, l'acero di monte e l'acero platanoide, sono spuntate spontaneamente laddove la foresta è stata distrutta dalla furia degli elementi venticinque anni fa.

Grazie a Lothar quindi, molte foreste si sono arricchite nella struttura, creando nuovi habitat per animali e vegetali. La diversità degli insetti è esplosa e di conseguenza anche uccelli che se ne nutrono, come i picchi, ne hanno tratto benefici.

In ogni caso, le tempeste invernali sono un fenomeno tipico dell'Europa occidentale, settentrionale e centrale e si può presumere che prima o poi se ne verificheranno altre di vasta portata. È difficile immaginarne di più violente di Lothar, ma, a causa dei cambiamenti climatici, non è un'eventualità da scartare a priori, avvertono gli esperti.