Tassare le eredità milionarie per finanziare la lotta al clima (proposta Giso) non convince l’esecutivo
Tassare le eredità milionarie per finanziare la politica climatica non è una buona idea. Ne è convinto il Consiglio federale che raccomanda di respingere, senza opporle alcun controprogetto, l'iniziativa popolare per il futuro di Gioventù socialista (GISO).
L'iniziativa del GISO "Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo" propone un'imposizione del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori a 50 milioni di franchi. Il gettito dell'imposta spetterebbe in ragione di due terzi alla Confederazione e di un terzo ai Cantoni e dovrebbe essere impiegato in modo vincolato per contrastare la crisi climatica "in modo socialmente equo" e apportare all'economia nel suo complesso la trasformazione necessaria a tal fine. Il finanziamento della politica climatica, nelle intenzioni dei promotori, sarebbe assunto dall'1% delle persone più facoltose.
Secondo la disposizione transitoria, l’imposta sulle successioni e sulle donazioni si applicherebbe dal momento dell’accettazione dell’iniziativa. L’imposizione dovrebbe avvenire retroattivamente a partire dall’entrata in vigore delle disposizioni d’esecuzione.
Come abbiamo già indicato nel maggio scorso in una presa di posizione preliminare, benché il Consiglio federale condivida gli obiettivi dell'iniziativa, ossia la lotta al cambiamento climatico, questa è "problematica" e manca il bersaglio, ha affermato davanti ai media la "ministra" delle finanze Karin Keller-Sutter.
A nostro parere, ha precisato la presidente della Confederazione in pectore, l'iniziativa, oltre agli aspetti problematici a livello di federalismo fiscale, potrebbe comportare minori entrate per la Confederazione – soprattutto Cantoni e Comuni – creando falsi incentivi in materia di protezione del clima e danneggiando l'attrattiva della Svizzera per i grandi patrimoni. Inoltre, la sua applicazione sarebbe alquanto problematica.
A parere della consigliera federale PLR, se accolta alle urne l’iniziativa potrebbe comportare maggiori entrate, almeno teoricamente, superiori ai 4 miliardi. Il gettito è stato calcolato sui circa 2'500 contribuenti che detengono una sostanza superiore a 50 milioni per una sostanza stimata in circa 500 miliardi.
Si tratta tuttavia di una stima "statica", ha spiegato Keller-Sutter, che non tiene conto degli effetti negativi che potrebbe comportare l'approvazione di una simile imposta. Molte persone benestanti potrebbero infatti decidere di andarsene oppure sarebbero spinte a non insediarsi da noi, ha sottolineato la sangallese. Stando a Marius Brülhart, dell’Università di Losanna, tra il 77 e il 93% del potenziale sostrato fiscale potrebbe defluire all’estero.
Sulla base di questa perizia e di un’ulteriore rilevazione dei dati eseguita fra i Cantoni, l'Amministrazione federale delle finanze stima che il sostrato fiscale in fuga potrebbe essere ancora più elevato (85-98%). Di conseguenza, dall’imposta sulle successioni e sulle donazioni risulterebbe soltanto un gettito compreso tra i 100 e i 650 milioni. Oltre a ciò, alle nuove entrate si contrapporrebbero ingenti perdite nell’ambito dell’imposta sul reddito e sulla sostanza esistente. Di conseguenza, per la Confederazione e i Cantoni ciò potrebbe tradursi in minori entrate provenienti da questa imposta.
Keller-Sutter ha reso attenti sul fatto che già oggi i grandi patrimoni forniscono un contributo sostanziale alle entrate di Confederazione, Cantoni e Comuni e quindi anche alla politica climatica attraverso le imposte progressive sul reddito e sulla sostanza.
Attualmente, "l’1% dei contribuenti versa quasi il 40% dell’imposta federale diretta, pari a oltre 5 miliardi" ha fatto presente Keller-Sutter, aggiungendo che la Svizzera è peraltro uno dei pochi paesi dell'OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo – che applica un'imposta sulla sostanza.
L’introduzione di un’imposta a livello federale sulle successioni e sulle donazioni comporterebbe inoltre un’ingerenza nel sostrato fiscale dei Cantoni. Già oggi 24 Cantoni, tranne Svitto e Obvaldo, riscuotono un’imposta sulle successioni, ha rimarcato la "ministra" delle finanze.
Con una nuova imposta a livello federale ci chiediamo quanto margine di manovra resterebbe ai Cantoni per patrimoni superiori a 50 milioni, ha spiegato la consigliera federale. Anche la destinazione vincolata del gettito fiscale costituisce un’ingerenza nell’autonomia finanziaria dei Cantoni.
Oltre alle ripercussioni negative a livello economico, fiscale e istituzionale dell’iniziativa popolare, il Consiglio federale, secondo Keller-Sutter, considera negative anche le conseguenze sulla protezione del clima.
La Confederazione persegue già una politica climatica attiva – vedi: legge sul clima e sull’innovazione, legge sul CO2 e legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili – allo scopo di raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra a un saldo netto pari a zero entro il 2050.
Anche tenendo conto delle possibili riduzioni dovute al pacchetto di sgravio per il bilancio della Confederazione, quest’ultima dispone di risorse pari a oltre 2 miliardi annui per i settori dell’energia e della protezione del clima. Insomma, ha affermato la "ministra" delle finanze, "noi pensiamo di avere già soddisfatto lo scopo fondamentale dell’iniziativa, secondo cui la Svizzera deve agire contro i cambiamenti climatici".
Oltre a ciò, l’iniziativa allenterebbe il principio di causalità nell’ambito della protezione del clima, poiché trasferirebbe in primis alle persone più facoltose il finanziamento delle misure per contrastare i cambiamenti climatici. In tal modo l’iniziativa scoraggerebbe in generale le persone ad adottare un comportamento rispettoso del clima e potrebbero anche crearsi falsi incentivi.
Se l’iniziativa dovesse riuscire a raggiungere il suo obiettivo in termini finanziari, sarebbe infatti necessario impiegare il gettito fiscale supplementare esclusivamente per la lotta contro i cambiamenti climatici, a prescindere dal fabbisogno effettivo, col pericolo di impiegare il denaro in modo inefficace e non commisurato al fabbisogno.
Per Keller-Sutter, l'iniziativa è anche complessa da applicare, qualora venisse accolta alle urne. Secondo la disposizione transitoria, ha spiegato, l’imposta sulle successioni e sulle donazioni si applicherebbe dal momento dell’accettazione dell’iniziativa. L’imposizione dovrebbe avvenire retroattivamente a partire dall’entrata in vigore delle disposizioni d’esecuzione.
L’effetto retroattivo, in sostanza, riguarderebbe soltanto le successioni e le donazioni effettivamente versate dopo l’eventuale accettazione del testo. Le disposizioni d’esecuzione, previste anch’esse nella disposizione transitoria per prevenire l’elusione fiscale, sarebbero invece applicabili solo a partire dalla data di entrata in vigore (e quindi non retroattivamente).
Tuttavia, secondo la consigliera federale non è chiaro quali misure potrebbero essere prese per prevenire l’elusione fiscale e se siano effettivamente attuabili a livello internazionale. Da parte nostra, ha sottolineato "escludiamo la possibilità di introdurre un’imposta di partenza per motivi legali, poiché la partenza di una persona dalla Svizzera può avvenire anche per motivi diversi dall’elusione fiscale".