Svizzera

False prospettive finanziarie Avs, ‘nessun errore di calcolo’

È quanto emerge dall’indagine amministrativa ordinata dalla direttrice del Dipartimento federale dell’interno (Dfi), Elisabeth Baume-Schneider

(Keystone)
6 dicembre 2024
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Non c’è stato alcun errore di calcolo nella valutazione, da parte dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas), che ha portato a prevedere uno scarto per eccesso nelle uscite dell’Avs. È quanto emerge dall’indagine amministrativa ordinata dalla direttrice del Dipartimento federale dell’interno (Dfi), Elisabeth Baume-Schneider. “Dall’indagine è emerso che non si può parlare di un errore di calcolo poiché non sono state riscontrate operazioni di calcolo errate”, indica un comunicato diramato dalla Segreteria generale del Dfi. A stimare in eccesso le uscite dell’Avs e quindi a determinare previsioni non plausibili su un periodo di dieci anni sono state due funzioni del programma di calcolo delle prospettive finanziarie dell’Avs convalidato da un organo esterno. L’esperto matematico consultato nel quadro dell’indagine è giunto alla conclusione che le funzioni non erano di per sé errate, ma che la procedura della loro implementazione nel modello non presentava il necessario rigore metodologico.

‘Informazione avvenuta correttamente’

Nel rapporto, redatto dallo studio legale Bratschi di Zurigo, incaricato dell’indagine, viene precisato inoltre che non si può rimproverare all’Ufas di avere reagito e informato troppo lentamente nel corso dell’estate del 2024, poiché il processo di verifica ha richiesto molto tempo. Non si può neppure parlare di comunicazione prematura. La rettifica delle prospettive ha dovuto essere effettuata in tempi stretti, dato che il 14 agosto 2024 il Consiglio federale doveva approvare i valori di riferimento per l’attuazione del finanziamento della 13esima rendita Avs, accolta in votazione popolare il 3 marzo di quest’anno.

Dopo aver constatato che le previsioni non erano plausibili, i collaboratori dell’Ufas non sono più riusciti a ricostruire il funzionamento metodologico del programma di calcolo che conteneva le due funzioni interessate. Secondo gli autori dell’indagine questo è dovuto in particolare alla documentazione lacunosa sul programma e a processi insufficientemente consolidati a livello istituzionale che hanno reso difficile o addirittura impossibile il controllo di qualità e il trasferimento delle conoscenze. Questa situazione era già nota da tempo all’Ufas ed è da ricondurre a carenze di personale. Alle persone coinvolte e al direttore dell’Ufas, Stéphane Rossini – che nel frattempo ha annunciato le sue dimissioni con effetto alla fine di giugno 2025 – non può essere imputata alcuna violazione dell’obbligo di diligenza.

Il Dipartimento di Baume-Schneider ha preso atto del rapporto e procederà a un’accurata analisi dei risultati. In questo contesto saranno anche esaminati provvedimenti per evitare che quanto successo possa riprodursi.

Le valutazioni zoppicanti figuravano però nelle spiegazioni del Consiglio federale per i votanti sia per la consultazione popolare del settembre 2022, che ha tra l'altro sancito il passaggio a 65 anni dell'età di pensionamento per le donne, sia per quella sulla 13esima rendita del 3 marzo di quest'anno.

Secondo i Verdi e le Donne socialiste, le previsioni troppo elevate sulle spese future dell'AVS sono state determinanti per l'approvazione di misura (50,5% di favorevoli) della riforma AVS 21 il 25 settembre 2022. Le due formazioni politiche chiedono pertanto che quest'ultima votazione venga annullata.