Svizzera

L’inflazione torna a salire in Svizzera, in novembre allo 0,7%

Lo fa lievemente, ma per la prima volta dall'aprile scorso. Possibile che la Bns abbassi ancora i tassi per tenerla moderata

(Ti-Press)
3 dicembre 2024
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Seppur lievemente, l'inflazione torna a salire in Svizzera, per la prima volta dall'aprile scorso: in novembre la crescita dei prezzi su base annua si è attestata allo 0,7%, a fronte dello 0,6% registrato in ottobre, che era stato il valore più basso dal giugno 2021.

Stando ai dati pubblicati dall'Ufficio federale di statistica (Ust), nell'undicesimo mese dell'anno l'indice dei prezzi al consumo ha totalizzato 106,9 punti. Il rincaro di novembre è perfettamente nella fascia delle aspettative: gli analisti interpellati dall'agenzia Awp scommettevano infatti su valori compresi fra +0,6% e +0,8%. A livello mensile i prezzi si sono contratti dello 0,1% (i pronostici si muovevano fra -0,3% e 0,0%).

Secondo gli esperti dell'Ust la riduzione dell'indice rispetto al mese precedente è il risultato di tendenze riconducibili a vari fattori, tra cui la riduzione dei costi nel settore alberghiero e dei viaggi forfetari internazionali. Meno care si sono rivelate anche le automobili nuove. Sono invece saliti gli affitti e le tariffe aeree.

Sempre interessante inoltre, nell'ottica del consumatore, è l'evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -1,1 mensile e un -0,8% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente +0,4% e +3,3%), che comprende fra l'altro le già citate pigioni.

Sulla scia fra l'altro delle ripercussioni legate alla guerra in Ucraina l'inflazione era salita notevolmente in Svizzera, arrivando a chiudere il 2022 con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni, mentre nel 2023 si era attestata al 2,1%. Quest'anno il minimo è stato rilevato in ottobre (0,6%), il massimo in aprile e maggio (1,4%).

Possibile che la Bns abbassi ancora i tassi per tenerla moderata

L'inflazione è monitorata con attenzione anche dalla Banca nazionale svizzera (Bns), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come una variazione compresa tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita del rincaro l'istituto fra il 2022 e il 2023 aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Quest'anno l'entità guidata da inizio settembre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha invece operato in direzione opposta, procedendo a tre tagli successivi (l'ultimo in settembre), che hanno abbassato il costo del denaro all'1,00%. Il prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in programma la settimana prossima, il 12 dicembre.

Sembra abbastanza chiaro che la Bns abbasserà ulteriormente il suo tasso di riferimento già in quell'occasione. La domanda è se si tratterà di un taglio di 25 punti base oppure di 50 punti base. La maggior parte degli analisti si schiera sul primo scenario.