È la decisione del Tribunale amministrativo federale: le cure mediche in patria, pur inferiori a quelle garantite dalla Confederazione, sono sufficienti
Il Tribunale amministrativo federale (Taf) ha respinto il ricorso di una coppia georgiana che si era opposta all'allontanamento dalla Svizzera a causa del cancro del marito. I giudici hanno stabilito che le cure mediche in patria, pur inferiori a quelle garantite dalla Confederazione, sono sufficienti.
I diretti interessati hanno presentato una domanda d'asilo lo scorso agosto, sostenendo che la malattia dell'uomo richiedesse un trattamento non sufficientemente a disposizione in Georgia. La Segreteria di Stato della migrazione aveva però respinto tale richiesta, ordinandone il rimpatrio.
La coppia ha quindi inoltrato ricorso chiedendo l'ammissione provvisoria. I due ritenevano pure che i costi delle cure fossero proibitivi nel loro Paese. Il Taf ha invece stabilito che l'assistenza medica fornita in Georgia, sebbene di livello inferiore rispetto alla Svizzera, sia sufficiente. I farmaci necessari per la chemioterapia sono disponibili sul posto.
A questo condizioni, il marito può continuare le cure nel suo Paese, dove le aveva già iniziate. Inoltre, qui, le persone in situazione precaria possono ottenere un sostegno statale in loco.