Il ‘ministro’ dell’Economia Parmelin ha difeso i due progetti su cui gli svizzeri si esprimeranno il prossimo mese
Il Consiglio federale raccomanda di approvare le due proposte di legge sul diritto di locazione sottoposte al voto il 24 novembre. Il "ministro" dell'economia Guy Parmelin ha difeso i due progetti, frutto di altrettante iniziative parlamentari adottate dal parlamento.
"Il Consiglio federale ha inizialmente ritenuto che non fosse necessario modificare il Codice delle obbligazioni (Co), ma ora sostiene i progetti così come sono stati adottati dal parlamento", ha affermato davanti ai media il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (Defr), precisando di ottemperare semplicemente alle disposizioni di legge.
Per quanto riguarda il subaffitto, la prima delle modifiche apportate al Co in votazione, Parmelin ha spiegato che si tratta di inasprire le norme in vigore per evitare abusi, soprattutto la sublocazione a prezzi maggiorati di camere o parti di un edificio commerciale, oppure all'insaputa del proprietario.
In futuro, per poter subaffittare, bisognerà ottenere il consenso scritto del proprietario, ha spiegato il consigliere federale democentrista, sottolineando che non basterà una mail, ma sarà necessario un contratto con tanto di firma a mano, oppure elettronica, purché riconosciuta. In caso di non ottemperanza dell'accordo, dopo una diffida il proprietario potrà disdire il contratto di locazione con un mese di preavviso. Ma la vera novità, secondo Parmelin, risiede nel fatto che il locatore può rifiutare una sublocazione se quest'ultima dovesse durare più di due anni.
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Guy Parmelin
Parmelin ha aggiunto che già oggi è possibile disdire un contratto di affitto se il locatario affitta parte dell'alloggio, magari su una piattaforma come Airbnb, o di un magazzino, a prezzi esagerati, oppure senza il consenso del proprietario. Ciò che cambia con le nuove disposizioni è che ora tutto ciò è scritto nero su bianco nella legge, ha sottolineato, specificando che le modifiche apportate dal parlamento proteggono senz'altro meglio il locatore da eventuali abusi.
Circa la disdetta per uso proprio, qui si tratta secondo Parmelin di un tema che tocca l'equilibrio fra i diritti dei proprietari e quelli dell'inquilino. In futuro, il proprietario di un immobile o alloggio potrà disdire, nei tempi previsti dalla legge, un contratto di locazione per un motivo importante e attuale, e non più urgente, come stabilisce oggi la legge. Tuttavia rimarrà sempre possibile per l'inquilino contestare la disdetta. Inoltre, esattamente come oggi, se la disdetta dovesse procurare un pregiudizio economico per il locatario, il locatore dovrà corrispondere un risarcimento.
Con questo cambiamento, stando al "ministro" dell'economia, il legislatore ha voluto semplificare la procedura attuale, poiché dovrebbe essere più facile provare un bisogno "importante e attuale", nella speranza che i proprietari possano rientrare in possesso del loro bene in tempi più brevi degli attuali.
Tuttavia, è prematuro affermare che tale modifica accorcerà i tempi in caso di contestazione (oggi alcune vertenze si trascinano anche per anni): bisognerà attendere la prassi dei tribunali, ha affermato il capo dell'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB), Martin Tschirren, anche se la modifica introdotta nel CO, in effetti, sposta un po' l'ago della bilancia dalla parte dei proprietari.
Incalzato dai giornalisti sul perché il governo abbia cambiato idea, Parmelin ha ricordato di non poterci fare nulla, visto che si tratta di obbedire alle disposizioni di legge attuali. Nelle campagne di votazione il Consiglio federale non può presentare una posizione diversa da quella del parlamento. Tuttavia, ha ripetuto che l'esecutivo non vedeva alcun motivo di modificare le norme in vigore, anche perché "a nostro avviso creano solo più burocrazia".
Tenuto conto dei problemi emersi in un recente passato sulla scarsità di alloggi, il "ministro" democentrista ha rammentato di aver convocato una tavola rotonda affinché le associazioni degli inquilini e quelle dei proprietari potessero trovare un minimo denominatore comune sul problema, anche perché il diritto di locazione avrebbe bisogno di essere svecchiato, visto che ha oramai quasi trent'anni.
Nonostante la nostra iniziativa, ha dichiarato il capo del Dfer, l'associazione svizzera degli inquilini ha snobbato l'invito, mentre i proprietari hanno pensato bene di agire attraverso le Camere federali con iniziative parlamentari, di cui due ancora pendenti. Se manca la volontà di mettersi d'accordo, ha sottolineato, il Consiglio federale è impotente. Il tema è molto delicato, ha puntualizzato il consigliere federale vodese: a tale riguardo ha ricordato come una mozione, sostenuta dal governo, che intendeva introdurre un formulario obbligatorio con indicato il vecchio affitto, onde consentire al nuovo inquilino di contestare una pigione eccessiva, sia stata respinta dal parlamento senza tante storie.