La fondazione Ethos stila un bilancio negativo dopo il primo anno di applicazione del controprogetto all’iniziativa sulle multinazionali
La qualità dei rapporti di sostenibilità pubblicati dalle aziende svizzere è insufficiente: mancano spesso verifiche indipendenti, obiettivi e altre informazioni essenziali. Lo sostiene Ethos, fondazione che promuove il buon governo d'impresa.
Nell'ambito di un esame delle assemblee generali del 2023 Ethos ha pubblicato oggi un'analisi della prima applicazione delle disposizioni di legge sui rapporti di sostenibilità (art. 964a e seguenti del Codice delle obbligazioni), che riguardano 143 società quotate in Svizzera. "L'indagine mostra un notevole ritardo nella rendicontazione e nelle ambizioni delle aziende in materia di sostenibilità", si legge in un comunicato.
Quest'anno solo 75 delle realtà soggette agli obblighi di rapporto hanno pubblicato un documento conforme a uno standard riconosciuto a livello internazionale; 46 si sono orientate a tale standard, ma non lo hanno applicato completamente (tra queste, cinque gruppi presenti nel listino principale SMI: Alcon, Nestlé, Partners Group, Swiss Re e Zurich Insurance); 19 ditte non hanno menzionato alcuno strumento specifico. Secondo Ethos l'adesione a uno standard riconosciuto è fondamentale.
Raro è anche il ricorso a una società di revisione per un controllo del rapporto. Solo 6 aziende comprese nell'indice SPI hanno dichiarato quest'anno di aver sottoposto il proprio scritto a una verifica completa; in 55 casi c'è stato un controllo parziale; 82 non hanno effettuato alcuna revisione.
Sempre secondo l'analisi di Ethos i rapporti, che dovrebbero far luce sull'impatto ambientale, l'impegno sociale e il buon governo aziendale, sono paradossalmente poco trasparenti. Le dichiarazioni sulle emissioni di CO2 sono spesso incomplete. "Senza queste informazioni è impossibile definire una strategia ambientale e climatica sufficientemente ambiziosa e credibile per raggiungere gli obiettivi climatici globali". Solo 25 società hanno fissato un obiettivo di riduzione a breve termine in linea con uno scenario di riscaldamento globale di 1,5 gradi, convalidato da un organismo indipendente.
"Troppe aziende hanno sottoposto i loro rapporti a un voto consultivo durante l'assemblea generale piuttosto che a un voto vincolante", deplora ancora la fondazione. In questo contesto l'organizzazione sostiene pienamente il progetto di modifica del Codice delle obbligazioni attualmente in consultazione, con cui il Consiglio federale intende allineare il quadro giuridico elvetico a quello europeo. Il risultato sarebbe un aumento del numero di aziende tenute a pubblicare rapporti di sostenibilità, l'obbligo di adottare uno standard internazionale per la preparazione di questi documenti e l'impegno di farli certificare da un revisore esterno.
L'approvazione del rapporto di sostenibilità da parte dell'assemblea generale dovrebbe inoltre essere vincolante ed Ethos ritiene che la legge dovrebbe specificare l'impatto di un eventuale rifiuto. In caso di no degli azionisti il consiglio di amministrazione di una società dovrebbe avviare un dialogo con i suoi principali proprietari, sostiene la fondazione.