Da un lato c'è l'inflazione, dall'altro vi sarà una corsa sempre maggiore verso quelle aree in cui è garantita la presenza di neve
Andare a sciare al momento sembrerebbe... a buon mercato, così che fra un decennio una giornaliera potrebbe costare fino a 300 franchi: ne è convinto Reto Gurtner, presidente del Consiglio di amministrazione di Weisse Arena Gruppe, la società che gestisce il comprensorio grigionese di Flims-Laax-Falera, assurta agli onori della cronaca in quanto l'anno scorso la nota località sciistica è stata la più cara della Svizzera, insieme a St. Moritz (Grigioni) e Zermatt (Vallese), con un prezzo medio di 97 franchi.
L'importo è troppo alto? Gurtner non è d'accordo. "Oggi lo sci costa troppo poco", si dice convinto l'imprenditore. Il prezzo massimo non è ancora stato raggiunto. "Tra dieci anni un ingresso giornaliero a Laax costerà tra i 200 e i 300 franchi".
Da un lato c'è l'inflazione, dall'altro vi sarà una corsa sempre maggiore verso quelle aree in cui è garantita la presenza di neve. Gurtner si dice anche convinto che in futuro ci saranno ancora abbastanza persone disposte a pagare tali prezzi: la gente è già pronta a pagare fino a 1’000 franchi per una partita di golf, osserva.
La lievitazione dei prezzi non è realistica per la Svizzera nel suo complesso, afferma da parte sua Berno Stoffel, direttore di Funivie Svizzera, l'associazione dei gestori degli impianti di risalita. "Non credo sia realistico aspettarsi che i prezzi raddoppino o triplichino. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto una crescita media del 15% e pensiamo che si continuerà così".
Il cambiamento climatico porterà però comunque a una riduzione dei giorni di neve in Svizzera. Anche le stazioni sciistiche dovranno affidarsi maggiormente all'innevamento artificiale, se vorranno rimanere attraenti. I comprensori tra i 1'000 e i 1'500 metri di altitudine sono poco redditizi e sembrano non avere futuro. In teoria tutti questi fattori suggeriscono che lo sci e lo snowboard diventeranno più costosi in futuro.
Nel medio termine – forse non tra dieci anni, ma tra 20-30 anni – il cambiamento climatico porterà sicuramente a un minor numero di stazioni sciistiche, conferma Christian Lässer, professore all'Università di San Gallo ed esperto di turismo. "Questo significa che le località in alta quota possono trarre vantaggio dal cambiamento climatico, per quanto cinico possa sembrare", spiega lo specialista.
Inoltre i costi di investimento per i gestori saranno più elevati. Per questi motivi a suo dire i prezzi massimi di 200 franchi al giorno non sono del tutto fuori discussione. Tariffe fino a 300 franchi per tutta la Svizzera sono invece "relativamente improbabili". Ciò richiederebbe l'avvio di un "massiccio processo di concentrazione" delle stazioni, simile a quello avvenuto negli Stati Uniti.