Il Consiglio federale non sospenderà la trattazione né chiederà un controllo a posteriori
Malgrado il recente scandalo sulle pratiche irregolari durante le raccolte firme, non esistono indizi attendibili in merito a iniziative riuscite in modo illecito. Per questo non si procederà a verifiche a posteriori e non verrà sospesa la trattazione delle iniziative in corso.
È quanto annuncia il Consiglio federale in una nota. I casi di cui sta discutendo da inizio settembre relativi a presunte firme falsificate hanno portato a speculazioni circa la possibilità che iniziative popolari e referendum possano essere riusciti grazie all'aggiramento delle regole da parte delle società commerciali alle quali, previo pagamento, viene spesso affidato l'incarico di trovare dei firmatari.
Da più parti è stato quindi chiesto di sospendere la trattazione delle iniziative popolari, così come di effettuare un controllo a posteriori delle sottoscrizioni già raccolte di testi e referendum riusciti ma non ancora sottoposti a votazione, si ricorda nel comunicato. A quest'ultimo stadio si trovano "17 iniziative e cinque referendum", ha precisato durante una conferenza stampa a Berna il cancelliere Viktor Rossi.
Nella sua seduta odierna, l'esecutivo ha però preso atto del fatto che la Cancelleria federale rinuncerà a tali misure, sostenendo tale posizione. Non vi sono infatti prove concrete riguardo a iniziative e referendum andati in porto unicamente con il contributo di firme fasulle. Inoltre, sorgerebbero problematiche da un punto di vista giuridico e si verrebbe a creare incertezza a livello politico, motiva il governo.
"Le autorità non dispongono di una base legale né per la sospensione delle iniziative in corso, né per una verifica a posteriori", ha spiegato Rossi, "e nemmeno per escludere dal business questa o quella società a pagamento". Le condizioni per crearla attraverso il diritto di necessità non sono adempiute, ha aggiunto.
Per svolgere controlli retroattivi, sarebbe necessario eseguire indagini a campione presso le persone le cui firme per un'iniziativa sono state attestate dal comune e conteggiate come valide dalla Cancelleria. Tali accertamenti sarebbero però scarsamente rappresentativi per vari motivi, tra cui la semplice difficoltà degli interessati di ricordarsi del caso specifico, ha dichiarato ancora Rossi davanti ai media.
Per di più, tali verifiche sarebbero delicate da un punto di vista politico-istituzionale, "poiché causerebbero forti ritardi e metterebbero in discussione il processo di trattazione delle iniziative attualmente pendenti", scandito da termini fissati dalla legge, ha messo in luce il cancelliere. La settimana scorsa, anche la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale ha indicato la necessità di evitare di creare incertezze attraverso il riesame di firme per testi già riusciti.
"La Cancelleria convocherà a breve una tavola rotonda sull'argomento", ha indicato Rossi. In questa circostanza, le parti coinvolte (partiti, associazioni, comitati, organizzazioni di raccolta, autorità) analizzeranno i processi attuali e formuleranno possibili misure per prevenire gli abusi. Uno degli obiettivi sarà quello di sviluppare standard efficienti e pragmatici da rispettare, con cui si potrebbe rapidamente fare trasparenza sui vari aspetti della raccolta firme.
In ogni caso, al momento il focus viene posto sulla fiducia della popolazione nel sistema, che inevitabilmente traballa. "Siamo giustamente fieri della nostra democrazia diretta, che ha largamente dato prova della sua validità e non deve essere rimessa in discussione", ha affermato Rossi. Secondo il cancelliere, bisogna semplicemente difendersi meglio dagli abusi e assicurarsi che gli eventuali colpevoli siano puniti a dovere tramite perseguimenti penali. Tuttavia, ha ammesso esprimendosi a titolo personale, "non è l'ideale" quando la maggior parte delle firme viene ammassata da persone che vengono pagate per svolgere questo compito.