La Corte d’appello ginevrina ha condannato nuovamente l’ex capo della Polizia del Guatemala. Si andrà un’altra volta al Tribunale federale
Erwin Sperisen, ex comandante della Polizia del Guatemala, è stato condannato oggi a 14 anni di prigione dalla Corte d'appello ginevrina per complicità in assassinio.
Il caso riguarda il consenso dato da Sperisen – cittadino svizzero-guatemalteco – all'esecuzione di sette prigionieri da parte di una squadra di sicari durante la rivolta del carcere di Pavon, in Guatemala, nel 2006. La prigione era caduta sotto il controllo dei narcotrafficanti.
"Le vittime erano sotto la sua protezione", ha sottolineato la presidente della Corte. "Queste vittime senza difesa sono state eliminate in maniera vigliacca e brutale", ha aggiunto. Secondo il tribunale, il ruolo di Sperisen è stato effettivamente quello di un complice.
Nel corso del dibattimento, secondo i giudici i testimoni si sono rivelati particolarmente credibili. Sperisen era al corrente dei compiti del commando di sicari che ha effettuato le esecuzioni. Con la sentenza, la Corte ha seguito le richieste avanzate dal Ministero pubblico. La difesa farà appello al Tribunale federale.
Il caso si trascina da 12 anni a causa di ricorsi in appello ed è arrivato alla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), che ha stabilito che Erwin Sperisen non ha beneficiato di un processo equo. Di recente, il Tribunale federale ha annullato la condanna a 15 anni di carcere proprio in seguito a una decisione della CEDU del giugno 2023.
Erwin Sperisen, oggi 54enne, è stato arrestato a Ginevra nel 2012. Da 11 anni sconta una privazione della libertà, tra detenzione preventiva, arresti domiciliari e condanna al carcere.
Il 28 agosto scorso l'ex presidente del Guatemala, Alejandro Giammattei, e il suo ex ministro dell'Interno, Carlos Vielmann, hanno presentato una denuncia penale contro il procuratore ginevrino Yves Bertossa. Entrambi sostengono di essere vittime di diffamazione e calunnia nel caso Sperisen.