Svizzera

Bimba cerebrolesa, genitori e nonni accusati della sua morte

Al via ad Argovia il processo. Dall'autopsia era emersa la presenza di ecstasy nel sangue della piccola e una ‘mancanza di ossigeno’

In sintesi:
  • Era con altissima probabilità destinata a una vita di cure costanti e di dipendenza da un’assistenza a 360 gradi
  • Mamma e papà avevano già tentato di ucciderla con una overdose di sonniferi nell’ottobre 2019
A processo
(Ti-Press)
9 settembre 2024
|

È iniziato lunedì al Tribunale distrettuale di Bremgarten (Argovia) il processo ai genitori e alla nonna di una bambina di tre anni accusati dell'uccisione della figlia disabile (rispettivamente la nipote) nel maggio 2020 a Hägglingen.

La procura ha chiesto per i genitori una condanna a 18 anni di carcere. La nonna, che sempre secondo la tesi dell'accusa sarebbe colpevole di complicità, se condannata, potrebbe scontare cinque anni. Per i tre cittadini tedeschi viene chiesta anche l'espulsione per 15 anni.

La ricostruzione

La mattina del 7 maggio 2020 la centrale di soccorso argoviese - secondo la ricostruzione del Ministero pubblico - aveva ricevuto una chiamata che riferiva della bambina di tre anni esanime nel suo lettino. I soccorritori non avevano potuto far altro che constatarne il decesso. Dall'autopsia era emersa la presenza di ecstasy nel sangue e quale causa della morte una "mancanza di ossigeno".

L'accusa parte dal presupposto che il padre 34enne e la madre 32enne abbiano ucciso la figlia somministrando una forte dosa di droga. Quando la bimba era ancora in vita, la donna l'avrebbe presa sulle sue ginocchia e il padre le avrebbe bloccato le vie respiratorie fino alla morte. La nonna, dal canto suo, sarebbe stata a conoscenza del piano e avrebbe incoraggiato i due a metterlo in pratica.

Cure costanti

A causa di una grave malattia cerebrale, la bimba era con altissima probabilità destinata a una vita di cure costanti e di dipendenza da un'assistenza a 360 gradi.

Secondo l'atto d'accusa, i genitori avevano già tentato di uccidere la bambina con una overdose di sonniferi nell'ottobre 2019. Il movente si troverebbe proprio nell'incapacità di gestire la malattia, anche se la coppia aveva rifiutato categoricamente ogni offerta d'aiuto. I tre imputati hanno scontato un periodo di detenzione preventiva. Alla fine delle indagini sono stati però rilasciati. Il processo durerà diversi giorni e la sentenza è prevista per venerdì 13 settembre.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔