Svizzera

Circa 1'400 casi di molestie sessuali sul lavoro nelle Ffs

I dati parzialmente rivelati dal Blick mostrano un quadro di abusi diffusi e scarse denunce

In sintesi:
  • Gran parte dei casi avvengono fra i lavoratori nell'infrastruttura, in particolare in cabina di guida
  • La sindacalista Esther Weber parla di ‘cultura da bar’ fra i meccanici
Gli abusi corrono sui binari
(Keystone)
8 settembre 2024
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Commenti inappropriati, toccamenti indesiderati con tanto di "tecniche" per effettuarli e altre molestie sessuali fisiche: secondo quanto rivelato dal Blick, è ciò che emerge da un'inchiesta interna delle Ffs su mobbing, discriminazione e molestie sul lavoro, i cui risultati sono stati resi noti in una comunicazione interna la scorsa primavera.

Dei 35'000 collaboratori intervistati, circa la metà ha risposto: di questi, il 12% ha segnalato discriminazioni, il 7% mobbing e il 4% molestie sessuali. Circa 1'400 persone, in gran parte donne, hanno dichiarato di essere state molestate sessualmente sul lavoro negli ultimi due anni: sul totale delle donne impiegate nelle Ffs si tratterebbe del 12%, circa 800 dipendenti.

‘Una cultura da bar fra i meccanici Ffs’

A essere particolarmente a rischio sarebbe in particolare il settore dell'infrastruttura, con le cabine di guida che sarebbero uno dei luoghi principali dove si consumano le molestie. «I meccanici possono approfittare della vicinanza fisica e della mancanza di osservazione per avvicinarsi fisicamente alle donne, generalmente più giovani.», afferma Esther Weber, macchinista e responsabile del gruppo specializzato Donne del sindacato del personale delle locomotive.

Spesso le molestie avvengono nei confronti di collaboratrici più giovani, oggetto di commenti fuori luogo, contatti fisici non desiderati e messaggi inopportuni sul telefono di lavoro: quella che, secondo Weber, costituirebbe una vera e propria "cultura da bar" diffusa fra i meccanici Ffs, che fanno a gara nel superarsi con i commenti più misogini possibili. Una "violenza sessualizzata" che la sindacalista definisce "spaventosa" ma diffusa al punto da fare ormai parte della quotidianità per molte dipendenti, come se "facesse parte del gioco" e fosse "normale".

Denunce difficili: anonimato non garantito

A rendere difficile la denuncia di tali abusi è il fatto che, spesso, l'anonimato non è garantito, e dato il ridotto numero di donne spesso si riesce a risalire all'autrice della segnalazione, che viene fatto poi oggetto di rappresaglie da parte del meccanico di locomotiva coinvolto.

Inoltre, per avviare il processo di segnalazione è necessario sottoscrivere una rigida clausola di riservatezza, che impedisce alle persone colpite di parlare di quanto accaduto, per garantire la presunzione di sicurezza degli accusati.

Le Ffs: ‘Tolleranza zero’

I risultati integrali dell'inchiesta non sono stati ancora resi noti dalle Ffs, che hanno preso posizione tramite il capo del personale Markus Jordi, che, pur non citando casi specifici per ragioni di protezione della privacy e dei dati, afferma che tutti gli episodi descritti sono contrari al codice di condotta delle Ffs e sono da condannare "con la massima fermezza". «Ogni caso segnalato viene indagato e viene applicata la tolleranza zero – aggiunge Jordi –. Se le accuse sono confermate, vengono adottate misure, che possono arrivare fino al licenziamento della persona coinvolta. Inoltre, le Ffs verificano sempre se è necessario sporgere denuncia penale».

Ulteriori misure di sensibilizzazione sono in fase di elaborazione e saranno attuate prossimamente. Le Ffs affermano anche che, nonostante tutti gli sforzi messi in atto, "non è possibile escludere completamente che tra oltre 35'000 collaboratori in più di 150 professioni si verifichino casi isolati di superamento dei limiti". Molti casi, inoltre, secondo Jordi non vengono segnalati: le cifre emerse finora dall'inchiesta differiscono nettamente, infatti, da quelle dell'ultimo rapporto annuale, del 2023, che riportava solo 36 casi di molestie sessuali, di cui uno, come riporta il Blick, ha portato a un licenziamento.

«L'alto numero di casi non segnalati è purtroppo anche il riflesso della società. Alcune vittime temono conseguenze negative quando si fanno avanti. Questo non deve accadere. Come società, abbiamo ancora molto da fare in questo campo», conclude Jordi.

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