La clausola di retroattività nell’iniziativa della Gioventù socialista è ‘altamente problematica’, afferma il governo
La tassazione retroattiva delle successioni e delle donazioni sarebbe "altamente problematica in termini di politica statale". È l'opinione del Consiglio federale in merito all'iniziativa popolare "per il futuro" che intende tassare fino al 50% i patrimoni pari o superiori a 50 milioni di franchi per finanziare misure a favore per il clima. È quanto risponde il Consiglio federale a un'interpellanza della consigliera nazionale PLR Daniela Schneeberger (BL), in cui la deputata chiede lumi al governo affinché quest'ultimo proponga soluzioni per evitare che le aziende si trasferiscano all'estero prima della votazione.
Tale richiesta segue le critiche espresse da diversi "paperoni" dell'economia che hanno messo in guardia contro l'iniziativa popolare, minacciando di trasferire le loro aziende. Questa estate, ad esempio, l'ex consigliere nazionale UDC turgoviese e imprenditore Peter Spuhler ha dichiarato ai media che l'imposta di successione proposta dalla Gioventù socialista (GISO) costringerebbe lui e la sua azienda a lasciare la Svizzera in anticipo. La consigliera nazionale UDC, Magdalena Martullo-Blocher, alla testa di EMS Chemie, ha espresso opinioni simili.
Nella sua risposta, l'esecutivo condivide la preoccupazione espressa dalla consigliera nazionale PLR e la necessità di fare chiarezza nei confronti delle persone potenzialmente interessate dall'iniziativa. Nel messaggio alle Camere che dovrà essere adottato al più tardi all'inizio di febbraio 2025, il governo si esprimerà in dettaglio sull'interpretazione dell'iniziativa popolare e sulla sua possibile attuazione in caso di adozione. A maggio, il Consiglio federale aveva già respinto l'iniziativa per numerose ragioni.
L'iniziativa popolare "Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)" prevede l'introduzione di un'imposta di successione del 50% sui patrimoni pari o superiori a 50 milioni di franchi. Contempla anche misure per prevenire l'elusione fiscale, in particolare in relazione all'emigrazione dalla Svizzera. Secondo il testo dell'iniziativa, queste misure dovrebbero entrare in vigore retroattivamente al giorno della votazione.
Nella sua risposta all'interpellanza, il Consiglio federale spiega che se l'iniziativa dovesse essere accettata, la sua attuazione dovrebbe in ogni caso soddisfare i requisiti del diritto costituzionale e internazionale e, in particolare, il principio di proporzionalità.
L'opzione di rendere più difficile o addirittura impossibile una partenza, ad esempio revocando il passaporto o introducendo controlli dei movimenti di capitali, è esclusa, indica il governo. Anche l'imposta di partenza citata dall'autrice dell'interpellanza è una misura che il Consiglio federale respinge. La partenza di una persona dalla Svizzera non può essere automaticamente considerata come un'elusione fiscale e sanzionata con conseguenze fiscali.