Svizzera

La Svizzera coopererà di più con l’Ue in ambito militare

Via libera dal Consiglio federale a due progetti europei sulla mobilità delle forze armate e la ciberdifesa

La presidente della Confederazione e ministra della Difesa Viola Amherd
(Keystone)

Le possibilità di cooperazione tra l’esercito svizzero e l’Unione europea (Ue) vanno approfondite. È quanto pensa il Consiglio federale, che oggi ha approvato la partecipazione della Svizzera ai progetti ‘Military Mobility’ e ‘Cyber Ranges Federation’ della ‘Permanent Structured Cooperation’ (Pesco) dell’Ue.

Stando a una nota governativa, le modalità della cooperazione saranno regolate in un accordo amministrativo non vincolante che terrà conto dei limiti della Svizzera derivanti dagli obblighi in materia di neutralità. La Confederazione, sottolinea il comunicato, non parteciperà a esercitazioni con Stati belligeranti.

La Pesco è stata fondata nel 2017 dal Consiglio dell'Ue al fine di sviluppare congiuntamente le capacità di difesa e di condurre assieme progetti d'armamento. Obiettivo: aumentare le capacità e incrementare l'interoperabilità delle forze armate. Ad oggi, 26 dei 27 Stati membri dell'UE partecipano a oltre 60 progetti della Pesco.

Mobilità sul territorio europeo

‘Military Mobility’ mira ad agevolare la mobilità militare sul territorio europeo mediante processi amministrativi standardizzati. Le richieste di attraversamento di confini nazionali potranno così essere trattate e approvate in pochi giorni. 25 Stati membri dell'Ue partecipano a questo progetto coordinato dai Paesi Bassi. Il Canada, la Norvegia e gli Stati Uniti vi partecipano in qualità di Paesi terzi.

La semplificazione dei processi avrà effetti positivi anche sugli impieghi della Svizzera all'estero, in particolare nel quadro dell'istruzione o del promovimento militare della pace. La partecipazione al progetto non implica alcun obbligo o automatismo. La Svizzera continuerà a valutare singolarmente ciascuna richiesta di attraversamento dei confini.

Ciberdifesa

‘Cyber Ranges’ si propone di migliorare la cooperazione internazionale nella ciberdifesa. L'obiettivo è raggruppare gli ambienti di simulazione informatica dei differenti Paesi per permettere la creazione di un ambiente d'esercizio più complesso e realistico.

Attualmente partecipano al progetto l'Estonia, il Belgio, la Bulgaria, la Finlandia, la Francia, l'Italia, il Lussemburgo e l'Austria. I ‘Cyber Ranges’ sono ambienti di simulazione informatica dedicati non soltanto alla sperimentazione delle tecnologie ma anche all'allenamento del personale specializzato.

Sicurezza, dialogo Svizzera-Ue

La partecipazione della Svizzera a questi due progetti è il risultato di un'intensificazione della cooperazione in materia di politica di sicurezza tra Berna e Bruxelles auspicata dal Consiglio federale nel suo rapporto del 2021 sulla politica di sicurezza, nel relativo rapporto complementare del 2022 e nel suo rapporto del 2024 concernente il rafforzamento delle capacità di difesa e l'approfondimento della cooperazione internazionale dell'esercito. Dal 2023 la Svizzera e l'Ue intrattengono un dialogo di alto livello sulla politica di sicurezza e di difesa (Security and Defence Dialogue).

Verso l’adesione a Ecso

Per rimanere al passo con gli sviluppi più recenti in ambito tecnologico e accedere alle reti di esperti, la Svizzera deve inoltre collaborare con la European Cyber Security Organisation (Ecso). Ne è convinto il Consiglio federale, che ha incaricato il Dipartimento federale della difesa di presentare una domanda di adesione a questo organismo istituito in Belgio nel 2016.

L’Ecso è nata come associazione di pubblica utilità per lanciare un partenariato pubblico-privato nel campo della cibersicurezza insieme alla Commissione europea. Ad oggi è l'unica organizzazione europea per la cibersicurezza intersettoriale e indipendente, precisa una nota governativa.

Tra i circa 300 membri dell'Ecso si annoverano grandi aziende, Pmi e start-up, centri di ricerca, università, associazioni nonché amministrazioni pubbliche locali, regionali e nazionali degli Stati membri dell'Ue, dell'Associazione europea di libero scambio (Aels, di cui la Svizzera fa parte) e dello Spazio economico europeo (See). Anche aziende e istituzioni di ricerca svizzere fanno già parte dell'Ecso.

Stando all'esecutivo, in qualità di membri dell'Ecso, in futuro i servizi specializzati della Confederazione avranno accesso alle raccomandazioni e alle priorità dell'Ecso per i programmi di ricerca dell'Unione europea e potranno avanzare le proprie priorità. Le raccomandazioni dell'Ecso hanno un impatto diretto sui bandi dei programmi di ricerca dell'UE, ad esempio Horizon Europe e Digital Europe. La Svizzera avrà inoltre accesso ai gruppi di lavoro dell'Ecso, che permettono uno scambio su temi specifici con gli esperti dell'area comunitaria. La Confederazione avrà anche accesso agli articoli scientifici in tema di tecnologia e potrà contribuire a definirne il contenuto.

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