laR+ Svizzera

‘Per ora nessuna intenzione di vendere’ a Palazzo Trevisan

A Locarno Ignazio Cassis si esprime sul futuro della sede veneziana di Pro Helvetia. Firmata con Tajani una Dichiarazione congiunta sull’Ucraina

Stretta di mano dopo la firma della Dichiarazione congiunta sull’Ucraina
(Keystone)
12 agosto 2024
|

Le Isole di Brissago, questo «splendido lago» che la Svizzera condivide con l’Italia, la Piazza Grande e «la splendida cornice» del Locarno Film Festival, che danno al mondo «l’immagine di una Svizzera creativa, aperta e dinamica». A quasi un mese e mezzo dalla sua ultima visita nella regione (era il 30 giugno, all’indomani degli «eventi tragici» che hanno colpito l’Alta Vallemaggia), Ignazio Cassis ha ritrovato una Locarno ben diversa: è qui che – in una giornata torrida, ‘rinfrescata’ soltanto dalla brezza festivaliera – il ministro degli Esteri elvetico ha accolto oggi il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli esteri italiano Antonio Tajani. L’occasione era data dal Diplomacy Day promosso dal Festival, di cui l’Italia quest’anno è Paese ospite. E quello svoltosi tra i due sulle Isole di Brissago (presente anche Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato ticinese, per i temi relativi alla cooperazione transfrontaliera) «non è stato un colloquio formale», ha spiegato Tajani in una conferenza stampa nel primo pomeriggio al Palazzo Sopracenerina. L’incontro è servito ad affrontare «problemi concreti»: la guerra in Ucraina, oggetto di una ‘Dichiarazione’ congiunta; ma non solo.

Diplomazia di Ferragosto

Le relazioni bilaterali, anzitutto. Sono «molto buone», ha affermato Cassis («ottime», secondo il suo «caro amico» Tajani, che il consigliere federale ha ringraziato per essere venuto in Svizzera «nei giorni di Ferragosto»: e «sappiamo essere un’Eccezione con la E maiuscola, per un italiano, ritrovarsi qui a lavorare mentre tutti gli altri sono in ferie.»). Negli ultimi anni queste sono state caratterizzate da «una dinamica molto positiva». La visita in Svizzera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, due anni fa, è stata «un passo fondamentale». Da allora «abbiamo risolto molte questioni aperte»: l’accordo sull’imposizione dei frontalieri, in primo luogo; o ancora «il lungo problema» della presenza della Svizzera sulla black list italiana in materia di tassazione delle persone fisiche.

La carne al fuoco però non manca: dall’approvvigionamento energetico («il gas, con l’Italia e la Germania», «il futuro dell’idrogeno») all’accordo migratorio bilaterale in preparazione («per favorire strutture di alloggio e assistenza per richiedenti asilo minorenni non accompagnati in Italia»), passando dalle «nuove aree di cooperazione» («per esempio la ricerca e l’innovazione, adesso che si è aperta la porta di Horizon Europe con l’Unione europea»). Si è parlato anche dei rapporti tra Svizzera e Ue. Sempre Cassis: «Stanno evolvendo favorevolmente, il negoziato in corso sta avanzando secondo i tempi e le logiche previste: speriamo di poter rapidamente arrivare a una conclusione».

Dall’Ucraina...

Il «grande tema» però è l’Ucraina. A due mesi dalla conferenza sulla pace al Bürgenstock (Tajani: «Grande successo, tappa fondamentale»; il ruolo della Svizzera? È «un Paese neutrale, ma la neutralità non può essere apatia: dev’essere una neutralità attiva, positiva»), proprio nel giorno in cui è stato celebrato il 75esimo dell’adozione delle Convenzioni di Ginevra, Svizzera e Italia (che nel 2025 ospiterà la Conferenza internazionale per la ricostruzione in Ucraina, la quarta di una serie iniziata a Lugano nel 2022 e proseguita a Londra e Berlino) hanno firmato una Dichiarazione congiunta nella quale esprimono la loro “profonda preoccupazione per il perdurare dell’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina”.

I due ministri hanno concordato di “rimanere in contatto al fine di cooperare per creare le migliori condizioni per un secondo Vertice sulla pace che veda la partecipazione delle parti, inclusa la Russia, e di tutti gli attori globali interessati”. L’obiettivo – recita il documento – è di “giungere ad una piattaforma negoziale condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di integrità territoriale ed indipendenza degli Stati, sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, considerando anche le proposte sinora da più parti avanzate per porre termine al conflitto”. Non solo la ‘Formula di pace’ ucraina, dunque, ma anche le proposte avanzate da altri Paesi, come quella congiunta di Cina e Brasile.

...a Venezia

Dall’Ucraina a Venezia. Pro Helvetia ha confermato che, a seguito dei tagli previsti dal Consiglio federale e dal Parlamento, interromperà le attività a Palazzo Trevisan, prestigiosa vetrina della cultura svizzera all’estero. «Pro Helvetia non ha deciso di ritirarsi da Venezia, ha deciso di non utilizzare più gli spazi al secondo piano di Palazzo Trevisan [di proprietà della Confederazione, ndr]», ha precisato Cassis rispondendo a una domanda de ‘laRegione’. Un passo dettato da un «riorientamento strategico» della fondazione, che «non deve essere sovrastimato» e che «dobbiamo rispettare». Del destino di questa proprietà della Confederazione «parleremo con tutta calma in agosto». «Tante» sono «le alternative sul tavolo», le «piste di cooperazione molto interessanti» che verranno approfondite «in autunno»: «Non bisogna adesso temere che [il secondo piano di Palazzo Trevisan] sia venduto, come hanno scritto i media. Non c’è alcuna intenzione in questo momento di vendere. È un’opzione teorica, come tante altre, ma non c’è in questo momento un’intenzione politica di farlo: né da parte mia, né penso da parte del Consiglio federale, che però non ne ha discusso». Venezia comunque «è e rimane un essenziale punto di riferimento culturale» e per la questione della «sostenibilità», ha affermato il ticinese.

Cosa ne pensa Tajani del possibile disimpegno elvetico in un ambito, la diplomazia culturale, che – come ha ricordato – riveste «un ruolo importantissimo anche per l’Italia»? «Mi soddisfa la risposta del ministro Cassis [con accento sulla ‘i’, ndr]. È una questione che riguarda la Svizzera, non l’Italia», ha tagliato corto. L’idillio di Ferragosto non va rovinato, insomma. Anche perché il prossimo incontro è già in agenda: si terrà il 28-29 novembre prossimi a Roma (ci sarà anche Vitta), in occasione di una nuova edizione del Forum Italia-Svizzera, ormai ribattezzato – in virtù del passaggio dall’«infanzia (...) all’adolescenza» (Cassis) – ‘Dialogo Italia-Svizzera’.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔