È la conclusione cui giunge un nuovo studio dell’assicuratore Css: solo un settimo dell’aumento è attribuibile a fattori demografici
L’invecchiamento della popolazione non rappresenta un aspetto decisivo nell’incremento dei costi sanitari. È la conclusione cui giunge un nuovo studio della cassa malati Css, fra i maggiori attori nell’assicurazione di base in Svizzera, secondo cui solo un settimo dell’aumento è attribuibile a fattori demografici. Stando alla ricerca, che ha calcolato i costi medi pro capite esaminando i dati di Css relativi all’assicurazione di base fra il 2012 e il 2021, negli ultimi dieci anni i costi sanitari sono aumentati di 579 franchi a 3’975 franchi a persona. Il principale responsabile di tale incremento è il progresso tecnologico.
I nuovi farmaci hanno rappresentato quasi un terzo dell’aumento dei costi: questi, inclusi nell’assicurazione di base dal 2012, hanno comportato costi aggiuntivi di 180 franchi pro capite. La spesa per persona assicurata è invece diminuita di 33 franchi per i farmaci già disponibili nel 2012.
Secondo lo studio, oltre la metà dell’aumento dei costi è stata sostenuta nel settore ambulatoriale (medici e ospedali). Al contrario, i costi per i trattamenti stazionari sono calati nei dieci anni in esame. Dell’aumento medio totale dei costi pro capite di 579 franchi, il grosso, ossia 315 franchi, sono da ricondurre a costi generati da trattamenti ambulatoriali presso medici e ospedali, mentre 147 franchi sono dovuti a farmacie e medicamenti. Le spese di laboratorio e fisioterapia ammontano a 117 franchi, +22 franchi per le cure infermieristiche e 35 franchi per altri motivi. I costi stazionari in ospedale hanno invece registrato una contrazione di 57 franchi.