Tendenza analoga in Ticino dove si contano 3'900 disoccupati, come il mese precedente. Domande per lavoro ridotto salite alle stelle dopo le alluvioni
La disoccupazione rimane stabile in Svizzera, perlomeno a livello mensile: in giugno il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,3%, come in maggio e in aprile. Un valore, questo, lievemente inferiore al 2,4% registrato in febbraio e marzo. Sull'arco di dodici mesi si osserva però un incremento di 0,4 punti.
Stando ai dati diffusi dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco), alla fine del sesto mese dell'anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (Urc) è sceso a 104’500 (cifre assolute arrotondate al centinaio, per facilità di lettura), cioè 900 in meno di maggio, ma 19'400 in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati quasi 170'000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.
Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell'assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte agli Urc: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell'Ufficio internazionale del lavoro (Ilo), che opera attraverso sondaggi. Stando all'Ilo la disoccupazione in Svizzera nel primo trimestre (ultimo dato disponibile) era al 4,3%.
Tornando alle valutazioni della Seco, in Ticino in giugno il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,3% (-0,1 punti rispetto a maggio, +0,2 su base annua), nei Grigioni allo 0,8% (-0,3 e +0,1). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 3'900 disoccupati (numero stabile mensile, +500 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 900 (-300 e +100). Il Ticino è al nono posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al quarto rango nella graduatoria dei meno colpiti.
Tornando all'ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 2,0%, fra i 25-49enni al 2,5% e fra gli over 50 anni al 2,1%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli Urc da oltre un anno) erano 12'500, lo 0,7% in meno di maggio e il 13,6% in più di dodici mesi prima: per la precisione si trattava di 100 giovani, 6'500 25-49enni e 5'900 ultracinquantenni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell'1,5% (nessuna variazione mensile e +0,2 annuo), gli stranieri del 4,2% (-0,1 e +0,9). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (34,0%), nettamente al primo posto, seguiti dai bulgari (8,6%), dagli africani (8,2%), che la Seco considera nel loro insieme, e dai rumeni (7,6). L'Ue è al 3,7%. Riguardo ai principali Paesi confinanti, la Francia è al 5,4%, l'Italia al 3,6% e la Germania al 2,6%.
Complessivamente, fa sapere ancora la Seco, le persone in cerca d'impiego registrate nel mese scorso erano 175’000, lo 0,8% in meno di maggio. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, i lavoratori che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento era pari a 39'600 (-500 mensile e -12'100 annuo).
La disoccupazione al netto degli effetti stagionali è dunque in lieve aumento, una tendenza cominciata in autunno e che è proseguita in primavera, ha evidenziato Oliver Schärli, responsabile del settore mercato del lavoro e assicurazione contro la disoccupazione presso la Seco, commentando in conferenza stampa i dati diffusi dai suoi funzionari.
Il 51enne ipotizza che la situazione occupazionale nel settore industriale rimarrà per il momento sottotono e migliorerà non prima del prossimo anno. Grazie alla continua elevata domanda di impiego nel settore dei servizi, il quadro generale rimane però a suo avviso positivo: la Seco prevede che il tasso di disoccupazione si attesterà in media al 2,4% nel 2024 e salirà solo leggermente al 2,6% nell'anno successivo.
Un indicatore dello stato dell'economia è il lavoro ridotto. In questo ambito sono però disponibili solo i dati di aprile, quando risultava poco diffuso: ha infatti colpito solo 3'800 persone in 68 aziende. Stando a Schärli la Seco ha comunque già approvato in giugno le richieste di disoccupazione parziale per 16'500 dipendenti. E di recente il numero di domande è salito alle stelle, anche in seguito alle devastanti alluvioni nei Grigioni, in Ticino e in Vallese.
Secondo l'alto funzionario resta però da vedere quanti saranno i dipendenti che alla fine saranno effettivamente messi in lavoro ridotto dalle imprese. Ciò dipenderà dalla durata dell'interruzione dell'attività. In passato, in casi analoghi, i lavoratori erano già stati richiamati in azienda in una fase iniziale di ripristino delle infrastrutture.