Svizzera

Giro di vite sullo statuto S con gli ucraini a Palazzo

Il Consiglio degli Stati decide un inasprimento. Proprio quando la delegazione del Parlamento di Kiev prende posto sulla tribuna del pubblico

Alunne ucraine in una scuola vallesana, nel 2023
(Keystone)
12 giugno 2024
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Le condizioni e le regole riguardanti lo statuto di protezione S concesso ai rifugiati ucraini vanno inasprite per evitare abusi. È l'obiettivo che si pongono due mozioni - inoltrate da Benedikt Würth (Centro/SG) e Esther Friedli (UDC/SG) - adottate oggi dal Consiglio degli Stati. Sotto gli occhi del presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk e dei membri della sua delegazione, oggi in visita in Svizzera.

Il "senatore" sangallese ha motivato la sua richiesta denunciando un certo "turismo" generato da coloro che beneficiano di tale statuto, a quanto pare sempre meno accettato dalla popolazione. A detta di Würth, alcuni cittadini ucraini rinunciano alla protezione per rientrare in Patria godendo dell'assistenza offerta dalla Confederazione, per poi rientrare in Svizzera e richiedere lo statuto S. Tutti ciò, secondo Würth, genera costi elevati.

Secondo Würth ci sono senz'altro ragioni legittime per rientrare in Ucraina per brevi periodi, come quelle familiari. Tali eccezioni potrebbero però essere stabilite nella legge, ha puntualizzato il "senatore" sangallese che ha criticato alcuni media per aver definito "populista" la sua mozione.

Affrontare la questione adesso

A tale riguardo, Pascal Broulis (PLR/VD) ha difeso la mozione rendendo attenti sul fatto che attualmente, in Svizzera, ci sono più di 60mila persone con questo status. Ciò genera tensioni e interrogativi fra la gente, specie se si considera che parte di questi profughi sono in età per combattere, oltre a porre un problema di bilancio. A detta di Broulis è quindi meglio affrontare la questione con calma adesso piuttosto che doverlo fare in fretta sotto la pressione popolare

Con la sua mozione, la "senatrice" Esther Friedli vuole limitare lo statuto S agli ucraini che vivono nelle regioni occupate dalla Russia o colpite dai combattimenti. Il testo chiede inoltre di revocare lo statuto S a coloro il cui ultimo luogo di residenza non si trovava in tali regioni (Donbass, per esempio), nonché ai cittadini non ucraini, ad eccezione dei rifugiati riconosciuti dall'Ucraina.

Sinistra e Governo contrari

Per Pierre-Yves Maillard (PS/VD), un'eventuale applicazione della mozione si rivelerebbe un rompicapo. Il vodese ha fatto l'esempio di un'ucraina da lui accolta che originariamente viveva nella regione del Donbass, ma è fuggita a Kiev quando la Russia ha invaso la regione nel 2014. Questa persona sarebbe considerata come proveniente dal Donbass o da Kiev? Costei è tornata in Ucraina per vedere la nipote nata durante la guerra. Avrebbe ancora il diritto di farlo?

Nonostante questi interrogativi, il plenum ha accettato la mozione con 23 voti favorevoli e 19 contrari.

Il consigliere federale Beat Jans si è opposto a entrambe le mozioni. Pur condividendo le preoccupazioni sugli abusi, Jans crede che la legislazione attuale soddisfi già le richieste della mozione. Circa la mozione Friedli, il "ministro" di giustizia e polizia ha sottolineato che la situazione della sicurezza è incerta in tutta l'Ucraina. Sui due atti parlamentari dovrà ancora esprimersi il Nazionale.

Il Consiglio federale ha attivato lo statuto S il 12 marzo 2022. Alla fine dello scorso anno aveva dichiarato che non sarebbe stato revocato prima del marzo 2025.