Svizzera

Mai così tante ore in colonna sulle strade svizzere

Nel 2022 gli automobilisti hanno trascorso complessivamente 39'863 ore in fila con la loro vettura: il 22,7% in più rispetto all'anno precedente

Scene che si ripetono con una frequenza sempre maggiore
(Keystone)
30 maggio 2023
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Il ritorno alla normalità dopo la pandemia riguarda anche il traffico sulle strade nazionali, che nel 2022 si è attestato quasi ai livelli del 2019. Di riflesso, si è registrato un aumento anche delle ore di coda. Ad asserirlo, in un comunicato, è l'Ufficio federale delle strade.

La pandemia di coronavirus aveva provocato la contrazione dei volumi di traffico, specialmente nel 2020. La tendenza al rialzo è stata evidente nel 2021 e soprattutto nel 2022, anno in cui vi è stato un "aumento del 6,7% dei veicoli sulle strade nazionali e una percorrenza complessiva di 29,3 miliardi di veicoli-chilometro", si legge nella nota.

Il totale delle ore che gli automobilisti hanno dovuto trascorrere incolonnati nel 2022 è di 39'863, che corrisponde a un aumento del 22,7% rispetto all'anno prima, nonché al valore più alto mai registrato: più della metà di questa tempistica si è verificata nelle regioni di Zurigo/Argovia, Basilea, Berna/Soletta, Lucerna, Ticino e Lemano. La causa dominante si riconferma essere il cosiddetto ‘traffico intenso’, che mette in luce le fragilità del sistema a cui si devono i congestionamenti stradali.

L'Ufficio federale delle strade ha ideato il Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali (Prostra), che viene aggiornato e presentato al Parlamento ogni quattro anni, per rendere la circolazione più scorrevole: il primo elemento su cui cerca di agire è quello della gestione dello spazio stradale e del traffico, grazie a interventi intesi a potenziare e ottimizzare i relativi impianti, tra i quali figurano, ad esempio, gli strumenti per la regolazione armonizzata dei limiti di velocità e le corsie dinamiche.

Gli obiettivi dell'ultima versione di Prostra, che si leggono nel messaggio che la accompagna, riguardano il miglioramento della viabilità e della sostenibilità delle strade, senza che queste siano compromesse, ovvero garantendo la resilienza della rete viaria, si legge ancora nella nota.

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