Il tasso, secondo i dati Ilo, si attesta al 4,3%: in aumento rispetto agli ultimi tre mesi del 2022
Le persone senza lavoro in Svizzera sono più numerose che in Germania, ma anche di diversi altri Paesi del continente, a partire dalla Polonia: è l'indicazione che emerge dai dati sulla disoccupazione Ilo, quella cioè calcolata in base ai criteri dell'Ufficio internazionale del lavoro.
Stando ai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica, in Svizzera la quota di chi non ha un impiego si è attestata nel primo trimestre 2023 al 4,3%, in aumento rispetto agli ultimi tre mesi del 2022 (era al 4,1%: vanno peraltro considerate le variazioni stagionali), ma in calo nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente (4,6%).
Come noto, disoccupato ai sensi dell'Ilo è chi non svolge un'attività lucrativa, cerca attivamente un impiego ed è disponibile a iniziare subito un'attività. Si tratta quindi di una definizione diversa da quella in uso presso la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), che considera unicamente le persone iscritte agli uffici regionali di collocamento. La prima rilevazione avviene attraverso un sondaggio telefonico a campione (30'000 persone a trimestre), la seconda sulla base dei registri.
La disoccupazione secondo le statistiche Seco è stata del 2,2% in gennaio, del 2,1% in febbraio e del 2,0% in marzo. Con i criteri Ilo aumenta nettamente: in pratica raddoppia. Il vantaggio di usare il parametro secondo la definizione Ilo – ufficio che ha sede a Ginevra, organo dell'Organizzazione internazionale del lavoro (la sigla Ilo è la stessa), agenzia delle Nazioni Unite – è la possibilità di fare paragoni con altri stati.
In tal modo la carenza di impiego nella Confederazione diventa più importante di quella della Cechia (che ha un tasso del 2,5%), come pure della Germania (2,9%), della Polonia (2,8%), di Malta (3,0%), della Slovenia (3,2%), dei Paesi Bassi (3,5%), dell'Islanda (3,6%), della Norvegia (3,7%) e dell'Ungheria (3,9%). L'Irlanda (4,3%) è perfettamente in linea con la Svizzera, mentre più elevati sono ad esempio i dati di Italia (7,9%) e Francia (7,0%).
Lo stesso effetto, ma ancora più marcato, può essere notato per la disoccupazione giovanile: con gli occhiali della Seco il tasso nei tre mesi in rassegna ha fluttuato fra il 2,0% e l'1,8%, mentre l'Ilo lo vede al 7,8%. Anche in questo caso il dato elvetico supera sensibilmente quello della Germania, che è ferma al 5,7%.
Il numero di persone disoccupate di lunga durata ai sensi dell’Ilo (cioè da un anno o più) si attestava a quota 72'000, con un calo annuo di 22'000. Di conseguenza si è anche contratta la quota dei senza lavoro da lungo tempo sul totale di chi non ha impiego: è scesa dal 42% a 34%. La durata mediana di disoccupazione si è abbreviata da 228 a 175 giorni.
L'Ufficio federale di statistica ha pubblicato anche i dati generali sull'occupazione: il trimestre in esame conta 5,2 milioni di persone attive, il 2,1% in più di un anno prima. La crescita si è rivelata particolarmente sostenuta per gli stranieri (+5,2%), mentre gli svizzeri hanno mostrato una quasi stabilità (+0,6%).