Il Tribunale federale respinge la pretesa di un centro fitness che chiedeva 260 mila franchi per la forzata chiusura imposta dalla Confederazione
Nessun risarcimento danni per un centro fitness bernese costretto a chiudere nel dicembre 2020 in ossequio alle misure antipandemiche decise dal Consiglio federale. Lo ha stabilito il Tribunale federale, respingendo un'azione di responsabilità diretta contro la Confederazione.
La decisione è stata confermata alla radio svizzero tedesca Srf da Claude Ammann, portavoce dell'associazione di categoria, che la deplora. Il settore aveva cercato di ottenere giustizia, sentendosi trattato in modo diverso rispetto ad altri durante la crisi sanitaria.
In particolare, il centro fitness in questione ha sostenuto davanti alla corte che il suo bilancio si è deteriorato a causa della chiusura imposta nel 2020 e ha pertanto chiesto un risarcimento di circa 260'000 franchi.
Il Consiglio federale si è opposto alla fine di giugno del 2021. Sostenuto dall'associazione di categoria, il centro fitness ha quindi presentato ricorso al Tribunale federale, che oggi ha tenuto un'udienza pubblica. Le motivazioni scritte della sentenza saranno pubblicate prossimamente.
Interpellato, Ammann ha affermato che i centri fitness hanno dovuto affrontare problemi aggiuntivi rispetto ad altri settori. I clienti hanno per esempio chiesto crediti di tempo per il periodo di chiusura. Dal punto di vista legale era chiaro che non erano dovuti, ma in casi del genere i clienti hanno disdetto il loro abbonamento.