Pesano la guerra in Ucraina, l’inflazione e la politica dei tassi d’interesse. Postfinance sopra il miliardo nella gestione patrimonalie elettronica
La Posta Svizzera ha realizzato l’anno scorso un utile consolidato di 295 milioni di franchi, in calo di oltre un terzo rispetto al 2021. Un risultato su cui hanno pesato la guerra in Ucraina e altri fattori come l’inflazione e la politica dei tassi d’interesse.
Considerato il difficile contesto, il Ceo della Posta Roberto Cirillo si è detto "soddisfatto" presentando i risultati oggi a Berna. "La Posta ha superato bene un anno molto impegnativo. A causa della volatilità della situazione economica e globale, nel 2022 siamo stati sottoposti a forti pressioni, sia in termini di personale (...) che di gestione", ha dichiarato.
Nel dettaglio, sia il risultato operativo (Ebit) che l’utile del gruppo sono diminuiti di 157 milioni di franchi rispetto all’anno precedente, scendendo rispettivamente a 358 e 295 milioni di franchi.
L’anno è stato caratterizzato da diversi fattori imprevisti, come le conseguenze della pandemia e la guerra in Ucraina. Anche i costi extra legati all’inflazione, la svolta nella politica dei tassi e le flessioni dei volumi di lettere e pacchi hanno pesato sul risultato del gruppo.
L’ex regia è comunque riuscita a generare un flusso di cassa positivo che ha rafforzato il bilancio rendendolo ancor più solido di quello del periodo pre-pandemia. "Siamo soddisfatti di poter contare su un bilancio così solido e su una strategia in grado di assicurare stabilità all’azienda sul lungo periodo", afferma in proposito Cirillo citato in una nota. Discussioni sugli adeguamenti dei prezzi a partire dal 2024 si terranno in collaborazione con Mister Prezzi, ha inoltre annunciato il Ceo.
Le unità della Posta hanno risentito in modo diverso della situazione di volatilità. Nel settore logistico (pacchi, lettere e invii e invii per corriere ed espresso) sono stati realizzati ricavi per 358 milioni di franchi, in calo di 107 milioni rispetto all’anno precedente.
Sia i pacchi che le lettere hanno registrato una contrazione dei volumi di circa quattro punti percentuali rispetto al 2021. Nel primo caso, l’arretramento è imputabile al calo della fiducia dei consumatori, accentuato dallo scoppio della guerra in Ucraina e dai problemi di fornitura a livello mondiale legati alla pandemia.
La flessione del volume delle lettere è a sua volta proseguita come previsto anche nel 2022, con un impatto finanziario che neppure le misure tariffarie in vigore sono riuscite a compensare.
Anche Postfinance ha avuto un 2022 difficile: il ramo finanziario del gigante giallo ha registrato un risultato operativo in calo del 16% a 229 milioni di franchi. Si trattata di 43 milioni in meno causati principalmente dalla flessione del risultato da operazioni su interessi (-45 milioni).
Nel 2022 l’istituto è riuscito tuttavia a rafforzare la sua posizione di banca d’investimento, superando per la prima volta la soglia del miliardo di franchi nel volume della gestione patrimoniale elettronica.