La Camera del popolo vuole restringere le possibilità di subaffitto e agevolare la rescissione del contratto per bisogno proprio del padrone di casa
Berna – Il Consiglio nazionale ha compiuto oggi un doppio gesto in favore dei locatori. Dapprima ha adottato un progetto che introduce restrizioni nelle sublocazioni e in seguito ha deciso di agevolare la rescissione del contratto per bisogno proprio del proprietario. I due dossier vanno agli Stati.
Spesso, soprattutto nelle città, appartamenti vecchi con affitti vantaggiosi sono sublocati a prezzi che superano considerevolmente l’affitto pagato dal conduttore principale, che intasca la differenza, secondo l’ex parlamentare Hans Egloff (Udc/Zh), autore della prima proposta.
Quest’ultima – approvata con 108 voti a 83 e 1 astensione – consentirebbe ai proprietari di rifiutare il subaffitto se dovesse durare più di due anni e anche di opporsi in caso di gravi inconvenienti per lui. Il locatore dovrebbe inoltre dare il proprio consenso per iscritto a una sublocazione.
Il proprietario spesso non è consapevole del subaffitto e la legge attuale lo priva del diritto di rescindere il contratto di locazione in caso di abuso, ha rilevato Sidney Kamerzin (Centro/Vs) a nome della commissione preparatoria. Il progetto fa chiarezza, ha aggiunto Christian Lüscher (Plr/Ge). Dovrebbe essere possibile liberare appartamenti per le famiglie che ne hanno bisogno, ha da parte sua sottolineato Pirmin Schwander (Udc/Sz).
Chiara l’opposizione della sinistra, dei Verdi Liberali (Pvl) e del governo, per i quali la legislazione attuale è sufficiente. La legge è già poco vantaggiosa per gli inquilini, ha fatto notare Baptiste Hurni (Ps/Ne). Mentre per Beat Flach (Pvl/Ag) il progetto porterà a nuove pastoie burocratiche e a un eccessivo formalismo. "È il primo di una lunga lista di progetti che indeboliranno e comprometteranno i diritti degli inquilini", ha aggiunto Hurni, riferendosi ad altri progetti sulla legge sugli affitti che saranno discussi in parlamento. Raphaël Mahaim (Verdi/Vd) ha parlato di tattica del salame.
Norme più severe sul subaffitto non sono giustificate o sarebbero sproporzionate, ha dichiarato invano il ministro dell’Economia Guy Parmelin, aggiungendo che il diritto vigente contiene già delle regole e un intervento legislativo sembra inadeguato.
Poco dopo il plenum ha sostenuto – con 114 voti a 79 – un’altra proposta di legge relativa al diritto di locazione, scaturita da un’iniziativa parlamentare dell’ex consigliere nazionale ticinese Giovanni Merlini (Plr). Il progetto mira a semplificare la cessazione del contratto per bisogno proprio del proprietario o dei suoi familiari.
Per ragioni di fondo e procedurali, attualmente una rescissione di contratto può durare anni, impedendo al proprietario di utilizzare l’alloggio, ha spiegato Sidney Kamerzin (Centro/Vs) a nome della commissione. Questa proposta vuole ripristinare il pieno diritto dei proprietari, ha aggiunto Vincent Maitre (Centre/Ge). Non si tratta di cacciare gli anziani dalle loro case, ha da parte sua puntualizzato Pirmin Schwander (Udc/Sz).
Per Christa Markwalder (Plr/Be) la formulazione tiene inoltre conto del necessario equilibrio tra le parti. Un punto di vista andato decisamente di traverso alla sinistra. Per quest’ultima la proposta minerebbe infatti proprio questo equilibrio.
Un equilibrio peraltro "già minato dalla carenza di alloggi, dall’aumento delle pigioni e dall’inflazione, allorché la popolazione svizzera vive perlopiù in affitto", ha fatto notare Florence Brenzikofer (Verdi/Bl). Per Baptiste Hurni (Ps/Ne) la misura è colma.
Nel dibattito di dettaglio, la sinistra non è riuscita a fare in modo che fossero specificate meglio le condizioni relative all’urgenza del bisogno proprio. Christian Dandrès (Ps/Ge) ha paventato il rischio che un contratto venga disdetto solo per poter riaffittare un alloggio a un prezzo più alto, e che quindi la necessità stessa venga invocata solo come pretesto.
Anche in questo caso il ministro dell’Economia Parmelin ha sostenuto che un intervento legislativo non è giustificato e sarebbe sproporzionato. "Nella maggior parte dei casi, le conciliazioni permettono di trovare soluzioni rapide e durature", ha aggiunto, senza successo.
Ancor prima dell’inizio della sessione, l’Associazione svizzera inquilini (Asi) si era fatta sentire e i suoi rappresentanti al Nazionale hanno minacciato il lancio di un referendum in caso di approvazione dei due progetti.
Il diritto di locazione è un settore giuridico controverso da tempo. Lo scorso settembre, il governo ha annunciato che le discussioni tra le parti relative a una riforma più generale, in corso da 18 mesi, erano state abbandonate.
Parmelin ha deplorato questo irrigidimento delle posizioni, proprio oggi che le sfide nel settore dell’alloggio sono "immense". Ha invitato tutti a dare il proprio contributo "in modo costruttivo per l’interesse generale".
La palla passa ora nelle mani del Consiglio degli Stati.