Svizzera

Le rendite Avs/Ai non vanno adeguate interamente al rincaro

Il Consiglio degli Stati concede un aumento del 2,5% per il 2023 e 2024 anziché un prospettato rincaro del 2,8

Pensionati
(Ti-Press)
2 marzo 2023
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I pensionati e i beneficiari di una rendita Ai dovranno accontentarsi di un rincaro delle rispettive rendite del 2,5% per il 2023 e il 2024. Il progetto di un rincaro integrale, ossia del 2,8%, è stato liquidato dal Consiglio degli Stati, che non è entrato nel merito del progetto di legge, benché di strettissima misura (21 voti a 20 e un astenuto).

Il "no" odierno – per nulla scontato – fa il paio col voto negativo espresso dal Consiglio nazionale per una manciata di voti: 97 voti a 92 e una astensione. In questo caso sono stati i Verdi liberali a far pendere la bilancia in senso negativo. La non entrata in materia delle due Camere condanna quindi il progetto governativo, elaborato in tutta fretta dopo che le stesse Camere avevano accolto una mozione nel dicembre scorso favorevole a una compensazione integrale del rincaro.

Qualora il progetto fosse andato in porto, ciò avrebbe significato un aumento delle rendite di 7 franchi al mese per chi riceve la pensione minima e di 14 franchi per chi invece ha la massima. Tale somma si sarebbe addizionata al rincaro già concesso dal Consiglio federale sulla base dell’indice misto – che tiene conto dell’andamento dei salari e dei prezzi – ossia rispettivamente 30 per la rendita minima e 60 franchi per quella massima.

No a regali elettorali

Per gli avversari del progetto, come il democentrista Alex Kuprecht, il santo non vale la candela tanto il progetto è sbilanciato: a fronte di un costo globale di 472 milioni di franchi, ai pensionati andrebbero dai 25 ai 50 centesimi al giorno, non proprio somme in grado di modificare il destino di chicchessia. Alla luce di questi dati, ha dichiarato il "senatore" svittese, siamo chiamati a dibattere di un progetto poco degno della "nostra Camera". Per Kuprecht siamo di fronte, né più né meno, a un "regalo spendibile" unicamente in vista delle prossime elezioni federali di ottobre.

Il liberale radicale Josef Dittli ha ricordato dal canto suo l’importanza di preservare l’indice misto, rivelatosi efficace in passato per adeguare le rendite Avs e Ai al rincaro. Dittli ha poi rammentato che negli ultimi anni la Svizzera ha goduto anche di un’inflazione inesistente, quando non negativa.

Un argomento ripreso anche dal consigliere federale Alain Berset, il quale ha ricordato che il governo ha già adattato le rendite per i prossimi due anni all’inflazione, un fenomeno che ha tra l’altro interessato la Svizzera in misura nettamente inferiore rispetto ai Paesi che ci circondano, dove è stata registrata un’inflazione anche superiore al 5-6%. Sebbene il costo finale ammonti a meno dello 0,5% delle uscite per le pensioni, il "ministro" della Socialità ha invitato i presenti a tener presente la situazione finanziaria difficile della Confederazione.

Preservare il potere d’acquisto

Favorevole invece a un ulteriore sostegno ai pensionati e ai beneficiari dell’assicurazione invalidità, la socialista Marina Carobbio ha insistito sulla necessità di non deludere la popolazione dopo che nel dicembre scorso il parlamento si era pronunciato per un rincaro integrale.

Gli impegni vanno rispettati, ha ammonito la "senatrice" ticinese, secondo cui la compensazione decisa dal governo è insufficiente alla luce dei costi in crescita dei premi malattia e dell’energia, per non parlare degli affitti.

Per la ticinese, tenuto conto anche dei rincari che probabilmente ci attendono nel prossimo biennio, è importante fare di più per preservare il potere d’acquisto dei pensionati. Al voto, tuttavia, il plenum ha preferito seguire il parere dell’esecutivo, archiviando definitivamente il problema.

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