Svizzera

Gli anni bui della pandemia sono un ricordo per gli ostelli

Dopo il difficile biennio caratterizzato dalla pandemia, le strutture ricettive dedicate alla gioventù hanno conosciuto un 2022 da primato

La rete comprende 42 ostelli propri e 7 in franchising
(Keystone)
28 febbraio 2023
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Aumenta fortemente l’attività negli ostelli per la gioventù svizzeri, che nel 2022 si sono lasciati alle spalle il precedente difficile biennio pandemico. L’anno scorso è stato registrato un numero record di 752’000 pernottamenti, il 2% in più del 2019 pre-Covid.

In un comunicato diramato oggi l’associazione di categoria Sjh non esita a parlare di un boom in atto, favorito dal ritorno delle scolaresche, dei gruppi di viaggiatori e dei turisti internazionali. La crescita delle notti ha stimolato anche i ricavi, che complessivamente sono saliti a 54 milioni di franchi, 7 milioni in più del 2019.

Anche le indicazioni più recenti appaiono rallegranti. "Gli arrivi e le prenotazioni della prima stagione invernale normale dopo quella del 2018/2019 sono promettenti", afferma la presidente di Sjh Janine Bunte, citata nella nota. Intanto le strutture evolvono: è stata ampliata l’offerta nell’ambito della ristorazione, ad esempio con nuovi menù a tre portate, grazie ai quali è stato possibile ridurre significativamente (circa del 40%) le emissioni di CO2, e con l’introduzione di chioschi self-service.

Sjh è una rete che comprende 42 ostelli propri e 7 in franchising, ospitati in stabili che vanno dal palazzo romantico sino alle strutture di design urbano. L’organizzazione – che afferma di promuove un turismo giovanile e familiare attento alla qualità, sostenibile e conveniente – vede avvicinarsi un traguardo importante: nell’aprile 2024 raggiungerà infatti il secolo di vita.

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